Migliorano i parametri della qualità dell’aria a Taranto
I dati disponibili mostrano, a partire dagli ultimi mesi dell’anno 2012, un sensibile miglioramento di alcuni parametri di qualità dell’aria (Pm 10, benzoapirene, deposizioni atmosferiche) nei siti di Taranto limitrofi allo stabilimento siderurgico Ilva con concentrazioni inferiori ai valori di riferimento anche se tuttora maggiori, in generale, rispetto agli altri siti”. E’ uno dei passi presenti nella recente relazione che l’Arpa Puglia ha stilato sull’ambiente a Taranto, e che apre una prospettiva nuova in un anno segnato da altre polemiche e contrasti sul conflitto ambiente-salute-lavoro, indicando come il risanamento sia stato quantomeno avviato.
“Tale miglioramento – continua l’Arpa – può essere messo in relazione con il processo di adeguamento in corso nel stabilimento Ilva che vede, attualmente, spente diverse batterie di forni a coke, con conseguente sostanziale riduzione dell’apporto emissivo degli impianti. Tale riscontro rappresenta una indubbia prova controfattuale dell’attribuibilità ad Ilva degli alti valori osservati nelle precedenti serie temporali. Sotto questo profilo – segnala l’Arpa – si rafforzano le gia acclarate evidenze contenute nella relazione tecnica preliminare del 4.6.2010 e nelle conclusioni del monitoraggio diagnostico del benzoapirene dell’1.2.2012”.
Migliorata la qualità dell’aria a Taranto nel 2013, il problema è capire cosa accadrà quando lo stabilimento ripartirà a pieno regime e rimetterà in funzione tutti gli impianti ora fermi. L’Arpa, infatti, teme un nuovo aumento delle emissioni, ma l’Ilva, attraverso il sub commissario Edo Ronchi, scongiura quest’ultima ipotesi: “Il miglioramento della qualità dell’aria è un dato – sottolinea Ronchi – che da congiunturale, legato cioè al rallentamento della produzione, deve diventare strutturale, permanente, e noi ci impegniamo a consolidarlo attraverso gli investimenti”. E infatti l’anno che si chiude è quello che ha portato delle novità in questo senso. L’Ilva, infatti, ha affidato i progetti per la copertura di quasi tutti i parchi minerali ritenuti tra le maggiori fonti di inquinamento in quanto vi è lo stoccaggio all’aperto dei materiali per la produzione dell’acciaio, ora esposti agli agenti atmosferici”. Tra gli interventi di maggior rilievo, c’è la copertura del parco primario, lungo 700 metri circa, largo 260 e alto 80, ritenuto da più parti l’intervento ‘simbolo’ del risanamento ambientale del siderurgico. Si tratta di un investimento di 100 milioni di euro al quale l’Ilva contribuirà con la fornitura di 33mila tonnellate di acciaio che serviranno alla costruzione delle strutture necessarie alla copertura. Nelle prossime settimane il ministero dell’Ambiente comincia l’istruttoria tecnica, con la Valutazione di impatto ambientale, del progetto relativo al parco primario affidato dall’Ilva all’impresa Cimolai di Udine, mentre nei primi giorni del 2014 e’ atteso il rilascio, da parte del Comune di Taranto, delle concessioni edilizie per avviare la realizzazione della copertura di tre parchi minerali secondari.
Investimenti per 6-700 mln nel 2014 per risanare l’Ilva di Taranto: è il programma che ha previsto il commissario Enrico Bondi, e che ha avuto modo di esporre qualche giorno fa alla Camera in commissione Ambiente. Tuttavia, sulla possibilità che l’Ilva possa spendere effettivamente questi soldi, sussiste un punto interrogativo. Alla Camera, infatti, Bondi ha detto che queste risorse allo stato attuale non ci sono, che il dissequestro dei beni del gruppo Riva decretato nei giorni scorsi dalla Corte di Cassazione ha reso la situazione più precaria, e che bisognerebbe fare un tentativo con lo stesso gruppo Riva per verificare la sua disponibilità ad effettuare un aumento di capitale. Aumento che, per Bondi, darebbe all’Ilva una leva finanziaria più potente per contrattare con le banche le linee di credito che servono ai progetti di ambientalizzazione e rilancio del siderurgico.