Migranti, Romaniello: “Serve informazione corretta”
“Sul fenomeno dell’immigrazione bisogna finalmente dire la verità, rifuggendo dalle facili semplificazioni, se non da tentativi di disinformazione bella e propria che sono molto presenti soprattutto sui social. L’immigrazione è un fenomeno complesso, che va compreso e rappresentato per quello che è. E che tra l’altro, a differenza di quanto spesso si dice, porta diversi benefici all’economia e alla società”. Così Giannino Romaniello, consigliere regionale del gruppo misto, ha presentato oggi a Potenza la ricerca su “Informazione e social o disinformazione social(e)?”, realizzata da Marica Sabia e da un gruppo giovani che stanno operando in questo settore.
“E’ la prima di una seria di ricerche – ha aggiunto Romaniello – che come gruppo stiamo facendo per restituire ‘la verità sostanziale dei fatti’ sulla questione degli immigrati. Perché il modo con cui troppo spesso viene affrontata questa questione è superficiale e per alcuni versi disinformativo. Questa ricerca parla proprio del rapporto fra informazione e verità dei fatti sull’immigrazione, e leggendo il rapporto si potrà verificare che l’uso dei termini, il modo con cui la stampa presenta e rappresenta la vicenda dei rifugiati e degli immigrati, di coloro i quali arrivano sulle nostre coste, troppo spesso non è legato ad una rappresentazione vera del dramma che vivono queste persone ma ad eventi sensazionali. La foto di Aylan, il bambino curdo morto sulla spiaggia, è stata quella che ha fatto cambiare l’approccio da parte dell’informazione. Ma io mi chiedo: ma abbiamo bisogno di vedere quella foto per capire qual è il dramma che vivono le popolazioni che fuggono dalla guerra o da una condizione di grandissimo disagio?”.
Romaniello è intervenuto anche sul tema del rapporto fra immigrazione e sicurezza, sostenendo che “troppo spesso, in presenza di fatti di cronaca, si opera un sorta di accostamento fra immigrazione e sicurezza da parte delle forze di destra puntando a far crescere la paura, mentre la sinistra commette l’errore di difendere tutto a prescindere dando segnali di scarsa attenzione al tema sicurezza. Occorre superare entrambi gli approcci e stare ai fatti, e in particolare la sinistra deve comprendere che quello della sicurezza è un tema al quale non ci si può avvicinare con gli strumenti del passato”.
“Nell’esperienza di consigliere regionale, anche nella passata legislatura – ha concluso Romaniello – ho lavorato per fornire strumenti di maggiore informazione su tutti gli aspetti di natura prettamente più politica e su questioni dirimenti dal punto di vista della prospettiva economica e sociale della nostra regione. Ed ho intenzione di continuare a farlo, partendo proprio dal tema dell’immigrazione. Questa ricerca non fornisce risposte e non pretende di erigersi a modello unico dell’interpretazione. Piuttosto vuole rappresentare uno strumento per non smettere di interrogarsi intrecciando le variabili di un fenomeno complesso. Perché l’esercizio del libero pensiero non può essere sinonimo di discriminazione, cioè di comportamenti che sulla base di distinzioni di razza, colore, origine etnica, sesso o convinzioni religiose abbia l’effetto di compromettere la parità dei diritti fra le persone”.