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Morti Bianche, il grido d’allarme dell’Ugl Basilicata

“L’Ugl grida forte: Basta!! Basta morti sul lavoro. L’ultimo della serie, un uomo di 40 anni nelle campagne di Nova Siri (MT) in contrada San Basilio ha perso la vita schiacciato da un trattore: Giuseppe Suriano, un’agricoltore, dove la tragedia è avvenuta mentre il giovane era alla guida del mezzo su un terreno di sua proprietà, il trattore sarebbe finito su un tratto fortemente scosceso, ribaltandosi e a fare la tragica scoperta è stata la moglie che, non vedendolo rientrare per pranzo, era andata a cercarlo. Giuseppe lascia la moglie e due figli. A distanza di pochi giorni, è Rossella Mastromartino, 36enne di Melfi (PZ) investita da un pullman nella zona industriale di San Nicola mentre stava attraversando il viale sulle strisce pedonali dopo aver finito il turno di lavoro. Il conducente di un bus non è riuscito ad evitare l’impatto. Subito soccorsa, l’operaia muore dopo essere stata prima portata in codice rosso all’ospedale di Melfi e poi trasportata a Potenza, dove è stata sottoposta a un delicato intervento. Troppo gravi le ferite riportate. Rossella lascia due figli.

E circa una settimana fa, aveva solo 20 anni Filippo Falotico, la più giovane delle vittime della tragedia del crollo della gru avvenuta a Torino anch’esso di origine lucane. Tre giovani vite spezzate concause e subordinate da lavoro, tragedie inaccettabili non degni di un Paese civile”.

“L’Ugl esprime cordoglio alle famiglie – dichiarano in una nota congiunta Adelmo Barbarossa, Commissario Regionale dell’Ugl Basilicata, e Pino Giordano dell’Ugl Matera –. In attesa che le Forze dell’Ordine facciano piena luce su tutte le cause degli incidenti, ribadiamo la necessità di adottare un piano nazionale per fermare queste stragi che non possiamo derubricare a mere fatalità. Non è possibile continuare a morire dal lavoro con una ‘costanza’ agghiacciante”. Tristezza rivolgono a nome di tutta l’Ugl, Barbarossa e Giordano per i quali, “è fondamentale potenziare la formazione e la cultura sulla sicurezza a cominciare dalle scuole. ‘Lavorare per vivere’, con a capo il Segretario Generale Paolo Capone, quotidianamente l’Ugl sensibilizza le istituzioni e l’opinione pubblica sul dramma delle cosiddette ‘morti bianche’ gridando basta morti sul lavoro. Si può solo dire con im­men­so e duro ram­ma­ri­co che, l’as­sen­za di una ef­fi­ca­ce po­li­ti­ca sul­la si­cu­rez­za sul la­vo­ro in que­sto Pae­se, por­ta a ne­fa­ste conse­guen­ze. Si è stu­fi di una con­ta­bi­li­tà che cer­ti­fi­ca le di­sgra­zie che colpi­sco­no i la­vo­ra­to­ri ed è in­di­spen­sa­bi­le che que­sto stil­li­ci­dio ab­bia fine poi­ché, la per­di­ta di una vita uma­na crea un vuo­to incol­ma­bi­le che col­pi­sce, stra­zian­do, l’e­si­sten­za di una fa­mi­glia e por­ta il di­so­no­re alla so­cie­tà. In un pae­se dove si la­vo­ra non più per mi­glio­ra­re la pro­pria esi­sten­za, ma per la so­prav­vi­ven­za, è assolu­ta­men­te inac­cet­ta­bi­le mo­ri­re sul po­sto di la­vo­ro. Per l’U­gl – con­clu­dono Gior­da­no e Barbarossa – ser­vo­no su­bi­to mag­gio­ri ri­sor­se da de­sti­na­re alla pre­ven­zio­ne ed alla si­cu­rez­za sui luoghi di la­vo­ro”. Inol­tre, sot­to­li­neano “quan­to sia im­por­tan­te in­for­ma­re tut­ti i lavoratori sui ri­schi nei qua­li pos­so­no in­cor­re­re in tutte le real­tà pro­fes­sio­na­li. In­fat­ti, si è spes­so er­ro­nea­men­te in­dot­ti a sot­to­va­lu­ta­re que­sto aspet­to, con­si­de­ran­do­lo un ‘in­gom­bro’; in real­tà, la con­si­de­ra­zio­ne di tut­te le pre­cau­zio­ni da pren­de­re pri­ma di ci­men­tar­si in ogni tipo di attività la­vo­ra­ti­va rap­pre­sen­ta una par­te in­te­gran­te del pocesso produttivo. #La­vo­ra­re­Per­Vi­ve­re”.

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