E’ morto il bimbo di 15 mesi ricoverato al ‘Fazzi’
E’ morto ieri sera, intorno alle 21, il bimbo di 15 mesi da giorni in coma al ‘Vito Fazzi’ di Lecce. Lo scorso 4 gennaio era stato trasportato nuovamente presso il Pronto Soccorso, dove si era deciso il ricovero nel reparto di Pediatria, per sospetta gastroenterite. Poco tempo, dopo le sue condizioni si sono aggravate per il subentro di una crisi respiratoria con cardiomiopatia. Il 7 gennaio il bimbo era stato trasferito in Rianimazione, dove gli era sopraggiunta un’ischemia cerebrale provocata da un’infezione polmonare.
Questo il primo verdetto parla di influenza di tipo A, anche se dovrà essere necessariamente confermato da ulteriori analisi. Tutto ha avuto inizio a Capodanno, quando il bimbo è stato portato in Pronto soccorso, e da qui dirottato per una consulenza in Pediatria. E la diagnosi del pediatra di parla di tonsillite, con successiva prescrizione di una terapia antibiotica e un antipiretico, in caso di febbre alta. I genitori tornano così a casa con il bimbo, dato che il protocollo medico non prevede ricovero, in questi casi. Ma dopo due giorni (sabato scorso, ndr) al mattino, i genitori tornano in ospedale perché il loro bimbo non da segni di miglioramento. A quel punto viene deciso il ricovero, perché c’è in atto una gastroenterite acuta e, di conseguenza, uno stato di disidratazione. La terapia, secondo quanto riferiscono dal reparto, pare funzionare, tant’è che il bimbo, nel pomeriggio, mostra segni di miglioramento.
Ma l’odissea è dietro l’angolo. Il giorno dopo, all’alba, la mamma del piccolo chiede l’intervento delle infermiere allarmata dal fatto che il bambino mostrasse segni di scarsa vitalità. Da questo momento ha inizio il dramma. Il pediatra di turno richiede nuove analisi che accertano gravi problemi di respirazione; così viene trasferito in Rianimazione, ma è già in stato di coma e viene intubato: sono le macchine, quindi, a tenerlo in vita. La sequenza di prima e seconda Tac, consulenza infettivologica, consulenza cardiologica, il tutto con il cuoricino del piccolo che è stato preso di mira da un virus influenzale cattivo, ed è questa la convinzione dei medici, che dopo un tampone faringeo, avevano accertato la presenza di un virus influenzale di tipo A.