Morto a Roma Alfredo Reichlin
E’ morto nella notte a Roma Alfredo Reichlin. Aveva 91 anni. Nato a Barletta nel 1925, partigiano, dirigente del Pci, direttore dell’Unità, all’età di cinque anni Reichlin si trasferì a Roma, dove il padre esercitò la professione d’avvocato.
Nella Capitale partecipò alla Resistenza con le Brigate Garibaldi, facendo parte dei GAP. Reichlin fu fra i gappisti romani catturato nel 1944 dai fascisti. Nel 1946 si iscrisse al Partito Comunista Italiano, di cui fu uno dei dirigenti più importanti per circa trent’anni. Allievo di Palmiro Togliatti, fu vicesegretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e nel 1955 entrò ne l’Unità, di cui dopo un anno diventò vice-direttore. Promosso a direttore nel 1958, negli anni sessanta si avvicina alle posizioni di Pietro Ingrao, le più a sinistra nel partito. Quando l’attrito tra Togliatti e la corrente di Ingrao diventa inconciliabile, Reichlin è allontanato dai quadri de l’Unità per far spazio alla direzione di Mario Alicata.
Da Segretario regionale del PCI in Puglia fu molto attento alla questione meridionale, alla quale dedicò anche alcune sue opere. Deputato nazionale fin dal 1968, durante gli anni Settanta entrò nella direzione nazionale del partito e collaborò con Enrico Berlinguer. Successivamente fu favorevole alle trasformazioni del partito da PCI in Partito Democratico della Sinistra prima, da PDS in Democratici di Sinistra poi, ed infine da DS in Partito Democratico. Dal 1989 al 1992 fu “Ministro dell’Economia” del governo ombra del Partito Comunista Italiano. Sposato in prime nozze con la militante comunista (espulsa nel 1969 per aver aderito al gruppo de Il manifesto) Luciana Castellina, ha avuto due figli: Lucrezia e Pietro, entrambi economisti.
La scomparsa di Reichlin è stata commentata così dal premier Gentiloni: “Ricordo Alfredo #Reichlin grande dirigente della sinistra. Una vita esemplare di impegno verso i più deboli e di responsabilità nazionale”.
“Addio Reichlin, pugliese, faro di generazioni. La sua battaglia per non disperdere l’eredità storica della sinistra è la nostra battaglia”. Lo ha scrito, su Twitter, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo