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I Musei ACAMM omaggiano Fausto Melotti

A partire da sabato 1 aprile 2017, il circuito ACAMM (Aliano, Castronuovo Sant’ Andrea, Moliterno e Montemurro), dopo Guido Strazza e Mario Cresci, rende omaggio a Fausto Melotti esponendo, in contemporanea nei presidi culturali dei quattro paesi, un gruppo di opere su carta volte a raccontare una delle più complesse personalità artistiche del Novecento, tra i pochi maestri italiani della sua generazione di riconosciuto valore internazionale. L’occasione viene offerta dalla retrospettiva, dal titolo EDEN, che la Galleria-Museo Hauser & Wirth di Zurigo, con sedi anche a Londra, New York, Somerset e Los Angeles, dedica al noto artista roveretano attraverso l’esposizione di ceramiche,  sculture, disegni e opere su carta realizzate dopo il 1950, anno in cui Melotti avvia un radicale cambiamento artistico adottando un nuovo vocabolario espressivo, sempre lirico e visionario, suggerito dalla sua formazione scientifica e basato sullo studio della forma, del peso, dell’equilibrio e del movimento.
Il rigore geometrico e matematico, la profonda consonanza dei valori contrappuntistici e armonici musicali e il delicato e intenso lirismo poetico, caratterizzano le eleganti ed esili sculture di Melotti, concepite come veri e propri disegni tridimensionali nello spazio, tanto quanto i suoi lavori su carta, che lo stesso artista considera quale tappa fondamentale del suo processo creativo. Infatti, è proprio nei disegni a graffite, nelle tempere colorate, negli acquerelli, nelle opere a  tecnica mista e nelle opere grafiche che Melotti dà forma alle sue idee e mette a punto i ritmi lineari e le vibrazioni cromatiche delle sue creazioni, facendo nascere l’essenza incantata delle sue composizioni e tracciando gli elementi essenziali delle sue impalpabili trame narrative. Tutti questi aspetti, emergono con chiarezza nell’accurata selezione delle opere su carta (realizzate da Melotti tra il 1980 e il 1985) che i presidi culturali ACAMM esporranno, in concomitanza con la mostra di Zurigo, fino al 20 maggio 2017. Le sale di Palazzo De Leo ad Aliano (MT), dei Musei MAM di Moliterno (PZ) e della Casa delle Muse, sede della Fondazione Leonardo Sinisgalli, di Montemurro (PZ), accoglieranno una serie di quindici opere, tra cui disegni, acquarelli e tempere, mentre il MIG. Museo Internazionale della Grafica di Castronuovo di Sant’Andrea (PZ), che già nel 2013 aveva raccolto tutta l’opera grafica mettendola a confronto con quella di Calder,  esporrà otto fogli che raccontano la genesi di “Infinito”, un’acquaforte a colori del 1982. Un vero e proprio esercizio filologico, teso a dimostrare quanto l’impegno di Melotti si sia dispiegato nel campo della grafica, ambito prediletto per la sperimentazione di variazioni su un unico tema attraverso la formulazione e la declinazione di immagini uguali e al tempo stesso cangianti.

NOTE BIOGRAFICHE
Fausto Melotti nasce a Rovereto (TN) l’8 giugno 1901. Trasferitosi a Firenze nel 1915, vi conclude gli studi secondari nel 1918 e frequenta la Facoltà di Fisica e Matematica a Pisa laureandosi poi, nel 1924, al Politecnico di Milano, in ingegneria elettrotecnica. I suoi interessi sono però indirizzati verso la musica e le arti visive. A Torino frequenta lo studio di Pietro Canonica, scultore di fama, a Milano l’Accademia di Brera alla scuola di Adolfo Wildt, dove nel 1928 consegue il diploma.
Ha inizio in quegli anni il sodalizio di Melotti con Lucio Fontana e l’avvio della ricerca autonoma come scultore. A Milano, presso la galleria “II Milione” tiene, nel 1935, la sua prima personale. Nello stesso anno partecipa con gli altri astratti alla collettiva presso lo studio di Casorati e Paulucci a Torino dove viene presentato il “Manifesto dell’arte astratta”. Passeranno ancora dieci anni prima che la sua opera inizi ad essere riconosciuta nella sua grandezza. Saranno infatti, nel 1967, la mostra alla Galleria Toninelli di Milano e la pubblicazione del volume, a cura di Vanni Scheiwiller, “Sculture astratte di Fausto Melotti 1934-1935 e 1962” a determinare la definitiva scoperta dell‘importanza dell’artista. Da quel momento i riflettori di critici e musei saranno permanentemente puntati sulla sua opera. Mostre personali e collettive, così come le pubblicazioni, si susseguono in Italia e all’estero in un crescendo che nel 1973 vede una definitiva consacrazione mondiale con la consegna del Premio Rembrandt, il massimo riconoscimento per una carriera artistica, una sorta di Nobel per le arti. In questi anni Melotti prende anche a dedicarsi con continuità all’esperienza incisoria, pubblicando diverse cartelle e libri d’artista mentre si susseguono esposizioni antologiche: Castello del Buonconsiglio di Trento, Museo di Viggiù, Forte del Belvedere di Firenze, Civico Museo d’Arte Contemporanea di Milano, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Centre Pompidou di Parigi.

Muore a Milano il 22 giugno del 1986

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