Nibbio reale tranciato all’ala destra da una pala eolica in agro di Ruoti
Solo qualche giorno fa un raro Nibbio reale, il simbolo della Basilicata naturale, è stato tranciato all’ala destra in agro di Ruoti da una delle 850 (!) torri eoliche che hanno già tumefatto i paesaggi primordiali della regione, insieme a valori urbanistici, storici, archeologici e monumentali. E perfino la salute dei cittadini !
Già nel gennaio 2010 la LIPU aveva denunciato alla stessa Regione nonché ai Ministeri dell’allora Governo la vergogna del Piano Energetico Regionale in fase di approvazione pre-elettorale: era null’altro che un utile giocattolo al servizio degli speculatori eolici, con soglie di capacità installabile superiori perfino a quelle invocate dall’ANEV (Associazione degli industriali dell’eolico). Quel piano avrebbe determinato lo sfascio del territorio su vasta scala e il depauperamento di risorse incommensurabili, con l’insediamento di impianti che avrebbe assunto “i caratteri di una colonizzazione cotica e incontrollabile”. Ed era anche fuori legge: privo di Valutazione di Incidenza e con una farlocca Valutazione Ambientale Strategica.
“Cosi ampie aree della Basilicata, prima vanto di integrità paesaggistica, emblema di ruralità, perfino location di opere cinematografiche (che proprio per i luoghi avevano avuto premi e riconoscimenti), diventano sempre più inguardabili, – afferma Enzo Cripezzi della LIPU – perdendo la possibilità di essere spese sui mercati turistici internazionali. E tutto questo per un miserabile 1,5% di contributo energetico di tutto l’eolico nazionale.”
La Basilicata è una regione strategica in Italia e importante a livello comunitario per la Biodiversità: centinaia di Nibbi reali ma anche la Cicogna nera, l’avvoltoio Grifone, il Capovaccaio, il Grillaio, l’Aquila minore, il falco Lanario, il Biancone, l’Aquila reale, la Lontra.
“Lo splendido Nibbio reale affettato a Ruoti è solo la punta dell’iceberg, l’emblema di quella Basilicata che sta morendo seppellita di pale ! – accusa ancora Cripezzi – Non a caso questa specie sta tracollando da zone sempre più ampie infestate da piantagioni eoliche”.
Oggi come ieri, la terra lucana continua ad essere mercificata e degradata da una classe politica priva di etica e moralità. Anzi, complice del conquistatore di turno.
Invece di affrontare l’aggressione in atto, la politica raccatta i voti delle lobby a ridosso delle elezioni, svendendo quello che rimane del paesaggio lucano. Il Consiglio Regionale approva a maggioranza la Legge Regionale n.4 del 13 marzo scorso che, tra l’altro, modifica il famigerato Piano Energetico raddoppiando la quantità installabile di eolico (ma non solo!). Ciò legittimerebbe ancor più le società a invocare esiti positivi nella nuova valanga di istanze autorizzative presentate.
Anche in questo caso un provvedimento fuorilegge: qualunque modifica di un “Piano” deve passare per una Valutazione Ambientale Strategica e una Valutazione di Incidenza Ambientale.
Perché tanta virulenza? Perchè è in dirittura d’arrivo un Decreto Rinnovabili con lucrosi incentivi ventennali (!) per nuovi impianti. Del tutto privo di valutazione sulle conseguenze territoriali, questo Decreto era stato impacchettato dal Governo Gentiloni (anche in quel caso poco prima delle elezioni) e ora sta per essere proposto dall’attuale Governo alla Conferenza Stato-Regioni, ultimo passaggio prima dell’approvazione. In tale passaggio, ogni Regione che abbia a cuore la propria terra, potrebbe opporsi e chiedere che quel fiume di denaro buttato all’eolico, sia dirottato verso il fotovoltaico sulle superfici urbanizzate. Come da tempo le Associazioni Ambientaliste più sensibili hanno già chiesto al Governo e come nei mesi scorsi la LIPU ha invocato ai parlamentari locali ma ancora senza alcuna risposta. E nessuno dei candidati alle prossime regionali si espone sul tema !