No al sequestro del frantoio a Cassano delle Murge
Il giudice Vito Fanizzi non ha convalidato il sequestro preventivo del 2 novembre scorso nell’ambito dell’indagine su presunte tangenti ricevute in cambio di ‘accessi facili’ ai fondi regionali per i consorzi turistici. Per il gip, i movimenti bancari potrebbero non essere frutto di riciclaggio.
Il titolare del frantoio, Vito De Grandi, figlio del funzionario della Regione Puglia Francesco, li ha motivati come guadagno di attività in nero. Francesco De Grandi e’ indagato di concussione: avrebbe incassato 770 mila euro in tangenti
Per la cronaca, lo scorso 5 novembre il frantoio era stato sequestrato.
Secondo le indagini che la Guardia di finanza aveva condotto, era emerso che “non avendo altre fonti di reddito, il De Grandi doveva necessariamente procurarsi il danaro contante dalla sua attività illecita (presunte tangenti, ndr). La disponibilità del contante – scrive il pm nell’atto di sequestro – è dimostrata dall’acquisto” di due macchine e di una casa. Ma dove l’apporto di denaro contante si fa imponente è nella realizzazione del frantoio oleario in capo all’impresa individuale del figlio De Grandi Vito dove risultano investiti ben 542mila euro”.