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Noemi Durini uccisa dal suo fidanzato

Noemi Durini è stata uccisa dal suo fidanzato e il suo corpo nascosto sotto dei massi, adagiato per terra, in una campagna, a Castrignano del Capo, a 30 chilometri da Specchia, il paese dove viveva la ragazza. Noemi era scomparsa da casa il 3 settembre scorso: l’ultima sua immagine è stata catturata da una telecamera di sorveglianza e risale alle 5 del mattino di quel giorno, quando sale a bordo di una Fiato 600, condotta dal suo fidanzato che per giorni interi ha raccontato agli inquirenti di aver accompagnato Noemi nei pressi del campo sportivo di Alessano e di averla lasciata lì. Poi, più nulla. Giorni interi alla ricerca della minorenne, con l’ausilio di cani molecolari, nei casolari abbandonati, negli inghiottitoi, nei pozzi e nelle grotte tra Specchia, Alessano (il paese del suo fidanzato) e Capo di Leuca. Ieri i Vigili del Fuoco del Saf si sono calati con un’autoscala anche nelle ‘Vore di Barbarano’, una voragine profonda circa 40 metri, senza esito. Da qui la decisione di accelerare gli accertamenti iscrivendo, stamane, i nomi del 17enne e di suo padre di nel registro degli indagati per omicidio volontario, un passaggio indispensabile per compiere esami tecnici irripetibili. La versione del ragazzo, sin dal primo momento, non ha convinto gli investigatori che hanno concentrato l’attenzione su di lui; un ragazzo dalla personalità molto violenta, che in passato, preso da uno scatto d’ira, ha rotto a colpi di sedia i vetri di una vecchia Nissan Micra parcheggiata per strada ad Alessano. L’auto sarebbe di una persona con la quale il giovane avrebbe avuto un acceso litigio e risalirebbe alla scorsa settimana, pochi giorni dopo la scomparsa di Noemi e poco tempo dopo un alterco avuto con il padre della ragazza, che si era recato ad Alessano per avere informazioni sulla figlia, e che era contrario alla loro relazione. Qualche tempo fa la mamma di Noemi aveva segnalato alla magistratura minorile il ragazzo a causa del suo comportamento violento.
Per questo motivo erano sorti accesi contrasti tra le due famiglie; a far temere il peggio è stato il fatto che Noemi aveva lasciato a casa il cellulare, i documenti e i soldi. Numerosi gli appelli dei famigliari, soprattutto della nonna e della sorella di Noemi, Benedetta, che il 28 settembre si laureerà e che ieri aveva confidato ai giornalisti di essere ottimista circa il ritorno a casa di Noemi. E’ stato lo stesso ragazzo a condurre gli investigatori sul posto; per lui l’accusa è di omicidio volontario, assieme al papà 41enne.
I genitori di Noemi hanno appreso della confessione del 17enne mentre erano in Prefettura a Lecce dove doveva cominciare una conferenza stampa alla quale dovevano partecipare. La mamma di Noemi è stata colta da malore ed è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza.

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