Non autosufficienza, il sindacato pensionati della Cisl sollecita il confronto con la Regione Basilicata e gli ambiti sociali
In attesa che si apra il confronto tra Governo e parti sociali sulla stesura dei decreti attuativi della riforma per gli anziani non autosufficienti, il segretario generale della Fnp Cisl Basilicata Giuseppe Amatulli torna a sollecitare l’avvio di un tavolo di confronto con la Regione Basilicata e gli ambiti sociali sui contenuti della riforma e per il monitoraggio dei progetti finanziati con le risorse del PNRR destinati proprio agli anziani non autosufficienti. Secondo una recente analisi della Cisl, in Basilicata un terzo della popolazione anziana di età pari o superiore a 65 anni è non-autosufficiente. In termini assoluti parliamo di una platea di quasi 43 mila persone.
«La riforma varata dal parlamento nelle scorse settimane è una tappa storica nel percorso di costruzione di un modello di welfare che guarda alla terza età come risorsa e non come costo per le casse dello Stato, un risultato raggiunto grazie alla mobilitazione del sindacato che ha fortemente spinto per inserire la riforma delle politiche per gli anziani tra le grandi riforme collegate al PNRR», commenta il segretario del sindacato pensionati della Cisl. «Adesso c’è un tema sfidante immediato che è quello delle risorse aggiuntive rispetto agli attuali stanziamenti del piano nazionale per la non autosufficienza, anche per garantire la continuità e la sostenibilità nel medio periodo della presa in carico relativamente ai progetti finanziati con il PNRR e per rendere effettivi i livelli essenziali di servizio».
Per il segretario della Fnp «la discussione che si aprirà a breve sui decreti legislativi che saranno chiamati a dettagliare le norme varate dal parlamento sarà anche l’occasione per avviare una nuova e soprattutto permanente stagione di confronto tra istituzioni e parti sociali ad ogni livello». Secondo il sindacalista «anche sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal PNRR è necessario avviare un confronto con la Regione e con gli ambiti sociali per verificare eventuali problematiche e adottare le opportune soluzioni in una logica di sussidiarietà orizzontale, in linea con le consegne che si sono dati i sindacati confederali e l’Anci con il protocollo sottoscritto lo scorso gennaio».
«La sfida che ci attende è costruire una rete integrata socio-sanitaria in grado di prendere in carico le fragilità legate alla non autosufficienza e alle sempre più diffuse cronicità legate all’invecchiamento, e serve farlo valorizzando al massimo il protagonismo dei soggetti sociali e del terzo settore e incrociando la nuova architettura della medicina territoriale. Finalizzare in modo efficace i progetti per evitare processi di istituzionalizzazione non appropriata delle persone non autosufficienti e per rafforzare la rete della domiciliarità, riconoscendo opportunamente anche la funzione fondamentale svolta dai caregiver familiari, rappresenta un passo fondamentale verso la definizione di un’offerta di servizi realmente bilanciata sui concreti e differenziati bisogni assistenziali dei nostri anziani», conclude Amatulli.