Nota della CGIL Matera sulla situazione della Natuzzi
La vertenza Natuzzi rappresenta un momento molto delicato per il nostro territorio e questo lo si capisce anche dalle reazioni che essa sta producendo tra coloro che devono avere la responsabilità di una ferma e attenta gestione della stessa.
Le dichiarazioni ultime della UIL confederale materana appaiono, per certi versi, stucchevoli nel momento in cui, anziché elaborare posizioni di massima unità sindacale per fare fronte ad una vertenza annosa, ci si esercita in lezioni di tattica sindacale che non sono né appaganti né costruttive.
Spostare l’attenzione su attacchi gratuiti e insensati verso altre sigle sindacali, non rappresenta certamente un punto di forza verso l’interlocutore, da sempre sprezzante nei confronti del sindacato tutto.
Non scopriamo l’uovo di Colombo se affermiamo che da sempre Natuzzi non ha avuto a cuore la vera concertazione con le parti sindacali ma è sempre partito dal presupposto di riconoscere il ruolo del sindacato solo nei momenti di bisogno.
In questa fase sarebbe meglio restare uniti e fare quadrato piuttosto che esaltare le gesta di un imprenditore che di certo sa fare il suo mestiere: la massima prerogativa del sindacato dovrebbe essere quella di fare altrettanto bene il proprio mestiere badando, mai come in questa fase, a salvare il lavoro e i lavoratori e non solo l’impresa.
In questo momento lo scatto di reni deve essere soprattutto delle istituzioni e del sindacato e deve consistere nel chiedere conto a questo imprenditore, indubbiamente capace, che finora ha tanto beneficiato di risorse pubbliche e di ammortizzatori sociali presentando piani su piani ind.li che si sono rivelati puntualmente vuoti e finalizzati solo ad ottenere proroghe su proroghe per gli ammortizzatori sociali.
E’ arrivato il tempo che questo imprenditore scopra le sue carte e dia risposte concrete cioè ci dica cosa intende realmente fare nel distretto murgiano, quali produzioni intenda portare, quali volumi di produzione intenda sviluppare, quali ricadute occupazionali e quale sviluppo intenda realizzare.
Non ci si può aprire a concedere salari di ingresso, agevolazioni etc. se prima non si conoscono le reali intenzioni di questo grande imprenditore quale è Natuzzi.
IL ns. territorio ha bisogno di interlocutori che abbiano rispetto di quei tanti lavoratori che attendono da anni risposte; l’accordo di programma non può e non deve essere utilizzato per facilitare insediamenti che non abbiano la consistenza reale di dare prospettiva. Questo importante strumento, infatti, voluto fortemente e ottenuto da FILLEA FILCA FENEAL, non può essere svilito come mezzo per dare, a chi oggi di nuovo ne vuole, benefici per sé senza restituirli al territorio e senza impegnarsi a “NON scappare”dalla nostra provincia.
IL sindacato tutto, in questa fase, deve giocare la partita senza fughe in avanti che si potrebbero rivelare nocive per l’esito stesso della trattativa in corso.
Alla UIL chiediamo di non costruire le sue posizioni sulla denigrazione del serio ruolo concertativo che da sempre la CGIL ha svolto nelle vertenze più diverse nella nostra provincia.
E laddove la CGIL non vi è stata perché “illegittimamente estromessa” (vedi vertenza ex PCMA), i risultati aberranti sono sotto gli occhi di tutti.
IL territorio e il ns. sistema ind.le, già molto instabili, vanno preservati a prescindere dall’imprenditore di riferimento; spostare la produzione dalla Romania in Italia può essere un dato positivo ma bisogna vigilare su questo aspetto: cosa si vuole produrre?come lo si vuole produrre?quale quantità si vuole sviluppare e a quali costi? tutti interrogativi che devono trovare risposte prima di fare le nostre aperture.
Bisogna poi capire come si vogliono gestire gli esuberi che ci sono ma non certamente nella misura dichiarata dall’azienda. Ci sono troppe incognite rispetto alle quali va richiesta chiarezza massima senza mettersi a fare i primi della classe o coloro che debbano dettare, a tutti i costi, la linea.
Occorre, mai come in questo momento, la necessità di richiedere a questo imprenditore di avere rispetto dei lavoratori e non solo degli interessi della sua azienda che ha saputo finora ben tutelare.
Oggi dobbiamo fare la nostra parte, ancora meglio di ieri, esercitando il ns. ruolo di tutela dei diritti e non di svendita degli stessi senza avere ricevuto nessuna certezza rispetto alla prospettiva.
Tutto questo si auspica possa avvenire in maniera unitaria poiché la forza dei lavoratori è un sindacato unito e non litigioso; CGIL CISL UIL di Matera, anche stavolta, come sempre hanno fatto, devono cercare di difendere l’occupazione e di mettere in sicurezza quei tanti lavoratori che non meritano di perdere il posto di lavoro o di vedersi abbassare il livello dei diritti senza avere comunque certezza del futuro e del presente.
Prendiamo atto infine che il gruppo Natuzzi ha smentito di volere praticare l’assurda ipotesi dei salari rumeni così come era stato riportato giorni fa da diverse testate giornalistiche della stampa nazionale; la presa di posizione della Fillea CGIL di Matera al riguardo (che ha provocato quella smentita, bisogna darne atto) non va interpretata come rigidità o pregiudizio a sedersi ad un tavolo di concertazione reale fra le parti; ma semplicemente come pretesa ad avere da parte dell’imprenditore chiarezza rispetto alle proposte su cui poi dialogare.
Come CGIL auspichiamo che abbia inizio una nuova fase della trattativa in cui Natuzzi toglie dal tavolo le provocazioni, mostra le sue reali intenzioni, scopre le sue carte iniziando a fare sul serio. Solo così anche il sindacato, avendo contezza delle reali prospettive, potrà svolgere unitariamente il suo ruolo di tutela e affermazione del diritto al lavoro e della creazione delle condizioni per una occupazione certa e duratura.
Non possiamo fare aperture prima noi se non conosciamo quelle della nostra controparte. Non saremo rigidamente posti verso la trattativa se avremo la garanzia degli investimenti che si vogliono realizzare. Mostrateci le reali carte da parte dell’azienda Natuzzi, garante il Governo Nazionale, saremo di sicuro tutti disponibili a discutere di organizzazione del lavoro, costo del lavoro, riconversione delle professionalità etc. ma prima che ciò possa realizzarsi occorre conoscere il vero piano industriale.
Manuela Taratufolo – Segretario Generale CGIL Matera