Nuova turnazione al Don Uva
“A seguito della comunicazione da parte della direzione generale del Don Uva dell’avvio di una nuova turnazione si è tenuto un incontro tra tutti i sindacati per discutere le azioni da intraprendere, avendo verificato la non fattibilità dell’adozione del nuovo orario lavorativo , in quanto lo stesso non assicura neanche i Livelli Minimi Assistenziali. Nonostante i forti segnali di malcontento dei dipendenti del Don Uva di Potenza, generati dallo stato d’agitazione di inizio novembre, il nuovo incontro non ha portato a nessuna concreta conclusione”. E’ quanto dichiara il segretario regionale dell’Ugl Basilicata Sanità, Michele De Rosa per il quale, “la Regione che poteva dare una svolta positiva sul destino dell’Ente, si è totalmente defilata e nonostante le promesse e gli impegni presi, ha solamente illuso/deluso ancora una volta, tutti i lavoratori. Le varie richieste fatte all’Assessore alla Sanità Franconi, del tutto assente per quanto riguarda queste problematiche e, al Presidente Pittella non hanno mai ricevuto nessuna risposta. La regione Basilicata sta sottovalutando la ‘questione’ e se ne è avuta un’effettiva dimostrazione durante l’incontro, ove il delegato Regionale si è limitato ad una semplice azione di mediazione deludendo le aspettative dei tanti iscritti all’Ugl. La governance regionale – tuona forte e chiaro il segretario regionale, De Rosa – non conosce e non sa minimamente che la Casa Divina Provvidenza Don Uva di Potenza, si caratterizza ancora oggi grazie al personale medico e paramedico per la varietà di servizi, di strutture e di spazi riabilitativi, socializzanti, lavorativi, ludici, sportivi, ricreativi ed offre più l’immagine di una piccola città, anziché di un’Istituzione. La vertenza Don Uva – conclude il sindacalista – necessita di una risposta concreta e definitiva da parte delle istituzioni regionali che ormai da tempo hanno trascurato tale questione e la continua superficialità evidenziata fortemente negli ultimi tempi sarà la causa di esternazioni di protesta che i dipendenti intendono mettere in atto a salvaguardia di un tranquillo futuro lavorativo”.