Nuovo capitolo della vicenda CAB
Avevamo sostenuto, fra le ragioni che ci avevano mosso alla mobilitazioneche poi ha impedito la vendita dei beni della CAB, che la vendita a favore della società Luce Lucana (del gruppo Salvi) aveva almeno due condizioni sospette:
1) le somme per cui andavano a vendita i beni della cooperativa erano, in realtà, contestate perche in realtà fra Luce Lucana e CAB c’è ancora in corso un contenzioso che non è stato definito (Luce Lucana diceva di avanzare circa 70 milioni di vecchie Lire dalla CAB e la CAB vanta il credito di oltre 100 milioni di vecchie lire dalla Luce Lucana);
2) la Società Luce Lucana è cessata come si evince da un certificato della Camera di Commercio e, quando una società è cessata, vuol dire che ha depositato un bilancio finale, che è stata liquidata e che nulla ha più da pretendere e nulla ha più da dare; chi dovrebbe incassare e chi ha titolo a chiedere?
Abbiamo fatto appena in tempo a non far vendere i beni della Cooperativa CAB che oggi (5 febbraio 2013) si è celebrata la causa che avrebbe dovuto mettere la parola fine a questa incredibile situazione che si trascina da troppo tempo. L’avvocato della CAB (che è ancora viva e che abbiamo tutta l’intenzione di tutelare e rilanciare) ha prodotto in udienza gli atti che documentavano la cessazione della Società Luce Lucana ed ha chiesto, dunque, che se ne prendesse atto traendo le conseguenze del caso. Incredibilmente apprendiamo che l’avvocato di Luce Lucana ha sostenuto di non saperne niente ed, in nome della dedizione al dovere professionale evidentemente, ha dichiarato di voler procedere pure in presenza del certificato di cessazione della Camera di Commercio. Una curiosità viene spontanea: sarebbe interessante sapere chi pagherà gli onorari dell’avvocato, visto che non li potrà pagare la Società Luce Lucana per morte sopravvenuta; delle due l’una: o siamo di fronte ad un caso encomiabile e straordinario di dedizione alla professione forense tanto da spingere gli stimati professionisti a lavorare pur sapendo che non incasseranno la parcella o qualcun altro la pagherà …. in ogni caso varrà bene la pena accertare le circostanze e “certamente lo faremo”, aggiunge Gianni Fabbris a nome del Soccorso Contadino, mentre osserva “ma scusate, se io incasso la pensione di mia madre dopo morta compio un reato (più di uno a dire la verità) e se qualcuno pretende soldi per una società che non esiste più non ne fa almeno uno?”.
Il fatto che il giudice abbia deciso di andare avanti senza prendere atto della circostanza che il procedente era cessato a noi, gente non abituata a ragionare da azzeccagarbugli, ha lasciato francamente stupefatti ma non avevano ancora fatto i conti con gli sviluppi della mattinata.
Preso atto della situazione, l’avvocato della CAB, vista la solidità delle ragioni della Cooperativa Agricola di Basilicata, ha chiesto che, allora, si decidesse con urgenza e che si mettesse fine ad una controversia che va avanti da anni. Quanto ci è stato riferito ha ancora più dell’incredibile: l’avvocato della Società Luce Lucana, lo stesso che non ha ritenuto di dover prendere atto della cessazione del suo cliente ed ha dimostrato una grande sicurezza nello svolgere il proprio lavoro avendo, evidentemente, grande conoscenza dei fatti, ha chiesto e ottenuto ….. un rinvio. Un nuovo rinvio di un anno: la causa si celebrerà nel 2014.
Improvvisamente, dunque, tutta la fretta che aveva indotto al tentativo di vendita dei beni della Cooperativa CAB che ha visto in 45 giorni battere 4 vendite all’asta, scompare e chi voleva vendere, quando è chiamato a dare conto, chiede un rinvio di un anno.
Noi abbiamo pensato fin dal primo momento che la storia della Cooperativa CAB nasconde molte ombre e più andiamo avanti più ne siamo convinti. Sarebbe bene che il Procuratore della Repubblica, chiamato a decidere sul rinnovo dei benefici concessi ai soggetti usurati, entri nel merito delle questioni e valuti serenamente chi sta lavorando a portare in lungo gli iter processuali allungando il brodo e tentando colpi di mano, dando atto del fatto che non è colpa del soggetto che si dichiara usurato (la CAB in questo caso, se i processi vanno così a lungo.
Per quello che ci riguarda andiamo avanti speditamente per rilanciare la funzione della Cooperativa, assisterla e supportarla nelle sedi legali e istituzionali, insieme alle altre associazioni che si sono rese partecipi di questa prima fase della mobilitazione che aveva l’obiettivo urgente di fermare il rischio che i beni fossero venduti. Nei prossimi giorni sarà convocato il Consiglio comunale di Scanzano Jonico sulle vendite all’asta delle aziende ed in quella sede presenteremo sia il piano di rilancio della Cooperativa CAB che la Campagna per salvare le aziende agricole in crisi. Ad ogni modo sulla vicenda della Cooperativa CAB andremo fino in fondo e se saremo in grado di chiamare alla responsabilità chi ha tenuto in ginocchio una delle migliori esperienze che gli agricoltori lucani associati abbiano saputo produrre tenendo testa ai cartelli speculativi dell’ortofrutta, lo faremo con grande piacere. Non basterà un avvocato a fermarci. Per intanto stamattina alle ore 12,30 una delegazione di Altragricoltura incontrerà a Potenza l’Assessore all’Agricoltura Rosa Mastrosimone portando all’incontro la richiesta di riaprire lo stato di crisi per realizzare misure straordinarie per salvare le aziende agricole lucane.