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Oleodotto Viggiano-Taranto, garantire i più elevati standard di sicurezza

E’ indispensabile che il trasporto del greggio lungo l’oleodotto Viggiano-Taranto avvenga secondo i più elevati standard di sicurezza e avvalendosi delle tecnologie più avanzate. E’ quanto ha chiesto l’assessore regionale all’Ambiente Vilma Mazzocco, con il dirigente generale del Dipartimento Donato Viggiano, nel previsto incontro coi responsabili di Eni e della Società Oleodotti Meridionali (Som), convocato per acquisire le informazioni tecniche sui sistemi di controllo e sulle modalità di gestione dell’impianto, che trasporta, lungo un percorso di 138 chilometri, il greggio dal Centro Oli di Viggiano alla raffineria di Taranto. La questione posta dal Dipartimento, insomma, va oltre il singolo episodio che si è verificato a Bernalda e pone una questione di fondo: un sistema di monitoraggio della condotta petrolifera estremamente affidabile, ossia tale da far scattare immediatamente l’allarme al verificarsi di guasti, sia pur di dimensioni minime come quello del recente caso.

E quanto al caso specifico, ossia a seguito dello sversamento di petrolio da un pozzetto lungo l’oleodotto che ha interessato l’agro di Bernalda, il Dipartimento si è immediatamente attivato per verificare le dinamiche e, soprattutto, le conseguenze dell’incidente. Dopo i primi controlli sulle procedure adottate, all’Eni è stato chiesto di predisporre in tempi rapidissimi il piano di caratterizzazione del sito e della relativa bonifica, per determinare l’effettivo impatto della fuoruscita del greggio sulla falda e su ogni altra matrice ambientale.

Durante la riunione, Eni ha fornito la ricostruzione di quanto accaduto. A seguito della segnalazione e dell’attivazione del blocco dell’oleodotto da remoto, il personale Eni ha constatato sul posto la presenza di grezzo nel pozzetto, dando il via alle procedure operative previste per il contenimento e recupero. Operazioni queste, hanno spiegato i dirigenti Eni, che hanno permesso di individuare un piccolo foro e di intervenire applicando una fascia metallica unica di guarnizione.

Nell’incontro, inoltre, sono stati specificati i sistemi di controllo tecnologico, sia quello installato presso la raffineria di Taranto in grado di visualizzare tutti i parametri di processo della linea, sia il sistema di controllo perdite che monitora il controllo e la comparazione delle pressioni e delle portate dell’oleodotto.

Verranno effettuate, hanno riferito ancora i dirigenti Eni, specifiche verifiche sul tratto interessato dalla perdita, che consentiranno di capire l’esatta dinamica dell’incidente. Le analisi, effettuate da un laboratorio terzo accreditato, richiederanno diverse settimane. Nel frattempo, e in attesa di conoscere l’esito delle verifiche, l’Eni ha informato di avere implementato le misure di controllo sull’oleodotto con specifico riferimento ai sei pozzetti con caratteristiche analoghe a quello da cui si è originata la perdita. Il Dipartimento Ambiente ha richiesto che Eni effettui immediatamente l’ispezione con veicolo interno (Pig) ad ultrasuoni per verificare lo stato di integrità dell’intera condotta, replicando l’ultima ispezione effettuata nel 2010.

“Dobbiamo garantire – ha affermato l’assessore Mazzocco – ai cittadini e al territorio la massima sicurezza nei processi di estrazione e di trasporto del greggio. Continueremo a vigilare perché siano applicati in Basilicata i sistemi tecnologici più avanzati perché simili episodi non debbano accadere mai più. Vigileremo con attenzione perché l’Eni rispetti gli impegni per la sostenibilità ambientale dell’estrazione petrolifera”.

 

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