Omicidio a Torchiarolo, confessa la moglie
A soli tre giorni dal ritrovamento del cadavere di Antonio Ingrosso, fabbro 45enne di Torchiarolo (BR), in via Pesce Luna, angolo via Riccio, arruolato nella marina leccese di Casalabate, i Carabinieri del nucleo investigativo di Lecce sembrano giunti ad una svolta. Oggi era prevista l’autopsia dell’uomo, ma la moglie, Maria Grazia Greco, dopo ore d’interrogatorio, al quale è stata sottoposta ieri, fino a notte fonda, con suo padre, ha confessato e si trova richiusa in carcere. Ingrosso sarebbe stato ucciso con colpi di martello in testa. Dunque, nessuna pistolettata, come si era creduto in un primo momento. L’arma del delitto è stata trovata sulla strada che collega Surbo a Trepuzzi. Il padre della donna, 82enne, è indagato a sua volta per occultamento di cadavere.
Il corpo senza vita di Ingrosso è stato trovato alle 8,30 del mattino di domenica, nudo, con gli arti bruciati (un grossolano tentativo di crbonizzarlo), con quattro fori sulla fronte, in mezzo alle sterpaglie, da un uomo che ha una residenza in zona e che ha chiamato subito i carabinieri. Ingrosso era scomparso nel nulla fin dal pomeriggio di venerdì 7. A Torchiarolo era stata trovata la sua auto, con il cellulare nell’abitacolo. Era stata la famiglia a comunicarne la scomparsa ai carabinieri della stazione di Torchiarolo, cittadina in provincia di Brindisi, che sorge al confine con il leccese. Ma l’omicidio non è avvenuto a Casalabate. Lì, Ingrosso c’è stato portato. Il primo a riconoscere la vittima, quella mattina, è stato il sindaco di Torchiarolo, Giovanni Del Coco. Il fascicolo sull’omicidio è in mano al sostituto procuratore Giovanni Gagliotta. La donna è difesa d’ufficio dall’avvocato Stefania Melissano.