Operatore medico del Spdc del “San Carlo” di Potenza vittima di aggressione
“Registriamo con preoccupazione crescente l’escalation di infortuni che si stanno verificando presso il reparto Psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) di Potenza nei confronti del personale mentre presta le ordinarie cure ai pazienti”. Ad affermarlo è il Segretario Generale FP CGIL di Potenza Giuliana Pia Scarano.
Dopo neppure 10 giorni dall’aggressione di un degente, nella quale è rimasta coinvolta una psichiatra, è stato segnalato un nuovo grave episodio di violenza che ha coinvolto un operatore medico del servizio psichiatrico. “Una situazione ormai insostenibile, nella quale queste aggressioni, considerate eventi sentinella, mostrano in tutta la loro drammatica realtà le carenze organizzative e logistiche dell’intero dipartimento di salute mentale. – ha detto Scarano – Il reparto ospedaliero afferente al Dsm dell’Asp di Potenza è ubicato all’interno dell’azienda ospedaliera ‘San Carlo’ in spazi angusti ed inadeguati, con un tasso di occupazione dei posti letto pari al 115% e con una grave carenza di personale medico, infermieristico e Oss e l’assenza di un qualunque protocollo di intesa tra Asp e San Carlo. L’intero Dipartimento di salute mentale, cui afferiscono anche i Serd, ovvero i servizi contro le dipendenze, versa da tempo in una condizione di gravissima criticità, nella quale il personale medico, infermieristico e di supporto è costretto a lavorare in condizioni che mettono a rischio la loro stessa sicurezza, nonché i livelli minimi di assistenza e cura. Non si può sottovalutare un dato: le aggressioni fisiche non hanno conseguenze solamente materiali sulle vittime, ma lasciano sequele psicologiche importanti e perduranti. In questo delicato ed esplosivo contesto, appare chiaro che si debbano immediatamente rimuovere alla radice le principali cause che minano le condizioni di sicurezza, prime fra tutte le citate disfunzioni organizzative, cui si aggiungono la scarsità di risorse e personale, che stanno facendo collassare un servizio essenziale per i pazienti, per le famiglie, ma che continua ad essere bistrattato e messo ai margini”.