Operazione antimafia in provincia di Matera
In data odierna, a conclusione di complesse indagini, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Potenza, che ha coordinato le indagini, i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Matera, dalle Squadre Mobili delle Questure di Potenza e Matera e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Matera hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare personale in carcere ed agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. Distrettuale del Tribunale di Potenza, nei confronti di 25 indagati, ritenuti responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, di un’associazione armata di stampo mafioso con base a Scanzano Jonico (MT), denominata clan “SCHETTINO”, dedita principalmente al racket delle estorsioni in danno di imprenditori del metapontino ed allo spaccio di stupefacenti, e di altro sodalizio criminale, denominato gruppo “RUSSO”, attivo nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, principalmente cocaina e hashish (inizialmente i due gruppi operavano in modo coordinato e, come emerso dalle successive indagini, in seguito si dividevano anche con forti e violenti contrasti).
E’ stata altresì disarticolata un’ulteriore associazione, denominata gruppo “DONADIO”, operante nel comune di Montalbano Jonico (MT), finalizzata al solo traffico e spaccio di stupefacenti, di cui si riforniva anche dai primi due sodalizi. Il territorio interessato è quello della costiera jonica lucana.
Tra gli arrestati, 12 sono stati associati a diverse case circondariali ed altri 13 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
I destinatari dei provvedimenti sono i seguenti:
Clan “Schettino”:
– SCHETTINO Gerardo, del ’64 di Viggianello (PZ), residente a Scanzano Jonico (MT); PORCELLI Domenico, del ’73 di Bitritto (BA), residente a Scanzano Jonico (MT); LO FRANCO Nicola, del ’66 di Matera, residente a Nova Siri (MT); MARINO Domenico, dell’89 di Policoro (MT), residente a Scanzano Jonico (MT); BRUNO Giovanni, dell’85 di Taranto, residente a Scanzano Jonico(MT); PUCE Michele, del ’76 di Matera, residente a Scanzano Jonico (MT); POCI Maurizio Sandro, del ’63 di Campi Salentina (LE), residente a Pisticci (MT); LOPATRIELLO Mario, del ’70 di Pisticci (MT); DI DOMENICO Piero, del ’67 di Avellino, residente a Pisticci (MT); MONTANO Maria, del ’66 di Pisticci (MT); NICOLETTI Francesco, del ’68 di Matera; SCHETTINO Giuseppe, dell’88 di Bari, residente a Scanzano Jonico (MT); CIRELLI Giuseppe, del ’90 di Policoro (MT), residente a Scanzano Jonico (MT); TUCCI Giuseppe, del ’67 di Matera; LATRONICO Giuseppe, del ’63 di Policoro (MT), residente a Pignola (PZ); LEONE Marco, dell’87 di Roma, residente a Scanzano Jonico (MT).
Gruppo “Russo”:
– RUSSO Rocco, del ’69 di Tursi (MT); RUSSO Francesco, del ’75 di Cerignola (FG); NUZZO Donatello, del ’79 di Stigliano (MT), residente a Scanzano ionico (MT); FUSCO Antonio Donato, del ’78 di Policoro (MT); MELZIADE Silvano, del ’66 di Canosa di Puglia (BA); GRASSANO Pietro, dell’82 di Stigliano (MT).
Gruppo “Donadio”:
DONADIO Leonardo Salvatore Gianluca, del ’69, di Montalbano Jonico (MT); RENNA Michele, del ’75 di Policoro (MT), residente a Montalbano Jonico (MT);
un altro indagato, nipote del primo, non destinatario di alcuna misura cautelare. Nel medesimo contesto sono state eseguite 22 perquisizioni domiciliari, nei confronti di ulteriori indagati, alla ricerca di armi e droga.
I principali reati contestati, sono:
associazione per delinquere di stampo mafioso; associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti; incendio e danneggiamento a seguito di incendio; minaccia aggravata dal metodo mafioso; estorsione aggravata dal metodo mafioso; detenzione e porto illegale di armi; tentato omicidio aggravato e lesioni personali; trasferimento fraudolento di valori aggravati, dalla finalità di agevolare il sodalizio mafioso.
L’attività investigativa, svolta brillantemente da Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, mediante intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, sfociati anche in arresti in flagranza di reato, ha evidenziato l’esistenza, sul versante ionico della Basilicata e dunque in Provincia di Matera, di una realtà criminale di eccezionale pericolosità che, non solo, si pone in costante collegamento con i sodalizi criminali operanti nei territori delle regioni limitrofe, ma che ha sviluppato una propria autonoma capacità di intimidazione e di “governo” criminale del territorio, inducendo assoggettamento ed omertà.
Si tratta di un fenomeno che si è sviluppato per anni e che si è profondamente radicato nel tessuto sociale ed economico dei territori interessati, come i diversi filoni d’indagine – che hanno monitorato un periodo di anni (dal 2011 ad oggi) – hanno consentito di accertare.
Assai preoccupante, e pienamente dimostrativo dell’inquinamento del tessuto socio-economico dei territori in questione, la circostanza che la collaborazione delle vittime di estorsioni, incendi, violenze, sia stata molto scarsa, e che, solo l’attività investigativa svolta con eccezionale professionalità da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, abbia consentito di ricostruire la dinamica e la causale dei fatti, oltre che l’individuazione dei responsabili.
La mafiosità del gruppo Schettino è emersa in tutta la sua evidenza, da circostanze di fatto che pongono le attività del sodalizio in esame nel solco di quelle tradizionalmente svolte dalle associazioni di stampo mafioso calabresi, pugliesi, campane, siciliane: imposizione della guardiania, estorsioni in danno di operatori economici, incendi dei beni degli operatori economici riottosi, reinvestimento in attività lecite dei proventi illeciti, controllo di attività economiche, tentativi d’infiltrazione negli appalti pubblici, fittizia intestazioni di beni, esistenza di un rigida scala gerarchica che con si interrompe neanche in presenza dell’arresto dei capi e dirigenti dell’organizzazione, disponibilità di armi da guerra, assistenza agli affiliati in difficoltà o ristretti in carcere, formale rituali di affiliazione, repressione violenta dei dissidi interni, caratterizzano in pieno il programma criminoso del sodalizio.
Nel corso dell’attività di indagine sono stati complessivamente sottoposti a sequestro, in diversi momenti, 7kg di sostanza stupefacente di vario tipo (cocaina, hashish, eroina, marijuana) e, soprattutto, si sono individuati (e sul punto le indagini sono in pieno svolgimento) alcuni degli investimenti del clan Schettino (locali, fabbricati, terreni), naturalmente intestati a presta-nomi, he pure, in data odierna, sono stati sottoposti a sequestro.
Le indagini sono tuttora in corso e suscettibili di ulteriori sviluppi.