Ospedale di Molfetta, attivo da oggi il nuovo Ambulatorio di Reumatologia
E’ attivo da oggi pomeriggio il nuovo Ambulatorio di Reumatologia dell’Ospedale di Molfetta. Si arricchisce ulteriormente l’offerta sanitaria del “Don Tonino Bello” con un servizio in grado di garantire una diagnosi precoce per patologie dal forte impatto sulla qualità della vita e sulla capacità lavorativa delle persone. Si tratta, in particolare, di malattie reumatiche, autoimmuni, autoinfiammatorie, malattie del metabolismo osseo e malattie rare.
Il servizio è ospitato all’interno degli ambulatori dell’UOC Medicina Interna (4° piano), diretta dal dott. Giovanni De Palma, ed è il risultato della collaborazione tra questa unità operativa, la Direzione medica di presidio con la dott.ssa Anna Mundo e il dott. Sante Schiraldi che si occuperà di gestire il nuovo ambulatorio.
All’ambulatorio di Reumatologia, che sarà attivo tutti i mercoledì dalle ore 15 alle 18, si può accedere attraverso gli ordinari canali di prenotazione CUP (dotandosi di impegnativa del medico curante). Lo specialista reumatologo integra la visita clinica con esami strumentali di primo livello per la diagnosi delle malattie reumatiche, quali l’ecografia muscolo-scheletrica e la capillaroscopia. Diverse le patologie diagnosticabili: artrite reumatoide, artrite psoriasica, osteoartrosi, lupus eritematoso sistemico, malattia di Sjogren, osteoporosi, malattia di Behçet, vasculiti, dermatopolimiositi, pericarditi idiopatiche ricorrenti od immuno-mediate, fibromialgia.
«Garantire una risposta anche a questi bisogni di salute – sottolinea il Direttore generale facente funzioni Luigi Fruscio – è importante per la ASL Bari che ha voluto l’implementazione del nuovo servizio ma lo è, soprattutto, per la popolazione a cui viene assicurata una assistenza sanitaria sempre più specialistica e di migliore qualità».
In generale, le malattie reumatiche sono molto diffuse, coinvolgendo oltre 5 milioni di italiani di ogni fascia d’età, poco meno del 10% della popolazione. L’artrite reumatoide, ad esempio, colpisce in Italia oltre 300mila soggetti, per il 75% dei casi di sesso femminile e nel pieno della vita attiva. Le malattie reumatiche ed autoimmuni, inoltre, sono disturbi cronici ed altamente disabilitanti: le evidenze scientifiche dimostrano che, entro 10 anni dall’esordio di molte di queste, almeno il 50-60% dei soggetti non è in grado di mantenere un lavoro a tempo pieno, ovvero perde la capacità di proseguire la propria attività lavorativa o mantenere le stesse mansioni o lo stesso numero di ore lavorative. Dolore cronico, stanchezza e manifestazioni cutanee, se non di organo, hanno, infatti, un notevole impatto fisico e psicologico sui pazienti tale da condizionare negativamente la percezione del sé e del proprio futuro.
«La diagnosi precoce di tutti questi disturbi – spiega il dott. Schiraldi – da parte del reumatologo può ridurre, nel tempo, l’impatto negativo degli effetti della malattia e migliorare quelli inerenti la capacità lavorativa. Diagnosticare preventivamente la malattia ed impostare precocemente una terapia appropriata vuol dire anche rallentarne la progressione, e migliorare la qualità di vita dei pazienti e contribuire a ridurre non solo i costi diretti ma anche quelli indiretti e sociali della malattia».