Ospedale di Tichi e gli sprechi della Sanità
Avanti ad oltranza a difesa dell’ospedale. Un presidio permanente più forte del caldo estivo e pronto ad affrontare la stagione autunnale fino a festeggiare il nuovo anno sul tetto più alto del nosocomio. I due comitati civici, Cittadiniattivi di Bernalda e Difesa Ospedale di Tinchi, in lotta dal 1° luglio 2010, non abbassano la guardia. Nonostante le dimostrazioni di piazza, i sit in, i grandi cortei e le fiaccolate, la storica marcia fino a Potenza, presunte o vere minacce di suicidio, le varie performances di Ulderico Pesce, gli appelli alla Regione, alla provincia, ai comuni, sindacati, a Medici senza Frontiere, non si intravedono ancora segnali positivi. Anche la Chiesa prega per la sopravvivenza dell’Ospedale schierandosi a fianco dei manifestanti e promuovendo veglie di preghiera. Ed i cittadini attendono con ansia gli sviluppi della situazione rivendicando il sacrosanto diritto alla salute né si spiegano come possa chiudere un ospedale dopo appena trent’anni, che serve un vasto bacino di utenza e che ha espresso qualificate professionalità, peraltro da poco rimodernato e dotato di una moderna piscina per la riabilitazione, con notevole sperpero di pubblico denaro. I tagli della sanità non possono né devono passare solo ed esclusivamente per Tinchi, mentre nella vicina Calabria vengono mantenuti ospedali con appena venti posti letto. Di recente il caso Tinchi è approdato anche al Senato, al centro delle valutazioni della commissione parlamentare che indaga sugli sprechi della Sanità. La Commissione d’inchiesta sui disavanzi sanitari, su richiesta del presidente on. Leoluca Orlando, ha chiesto alla Regione notizie circa la destinazione dell’Ospedale, nell’ottica del necessario contemperamento tra esigenze economico-funzionali e la garanzia del diritto alla salute dei cittadini.
Giuseppe Coniglio