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Ospedale di Tinchi, i partiti politici sembrano quasi rassegnati

Negli ultimi giorni si è acuito l’interesse intorno al destino dell’Ospedale di Tinchi in virtù di nuove delibere dell’ASM che ne decretano di fatto la chiusura.

Al di là dei proclami e delle rivendicazioni di questo o quel risultato, si continua a registrare da parte dei partiti una reazione molliccia ed ambigua che, volendo credere fortemente alla buona fede di tutti, quanto meno suona come una colpevole ingenuità.

Di fronte alle false promesse che addormentano le coscienze, la politica regionale e l’ASM di concerto, svuotano di qualsiasi contenuto il nostro nosocomio.

In pochi anni abbiamo perso il pronto soccorso, la medicina generale, la pediatria, l’ostetricia, la chirurgia, le sale operatorie e tutto questo in presenza di un’agghiacciante silenzio da parte della classe dirigente locale.

Fino ad ora ha prevalso il senso di appartenenza al partito più che al territorio.

Voglio pensare fortemente che la misura sia colma anche per chi continua a sperare in un atto di clemenza da parte dei killer che si sono accaniti su questa comunità. Voglio sperare che si alzi forte il grido di protesta capeggiata finalmente dall’Amministrazione, dai segretari di partito, dalla classe dirigente di questo territorio.

Abbiamo constatato che il comportamento servile non produce alcun risultato anzi viene interpretato come segno di debolezza e come tale soggiogato al volere dei poteri forti di questa Regione che hanno di fatto cancellato dalla propria agenda politica Pisticci e tutto il metapontino.

Ne è ancora una volta prova la chiusura della sede distaccata del Tribunale barattata in queste ultime ore con un’altra da collocare a Melfi al posto del Tribunale, forse.

Ospedale e Tribunale sono solo gli ultimi tagli di una politica scellerata e centralista che non può continuare e vederci inermi spettatori.

Il dialogo non esiste perché non c’è nessun interlocutore disposto ad ascoltare le nostre ragioni. Soffriamo di scarsa rappresentatività e di servile ubbidienza.

Spero che questa mia ennesima provocazione possa colpire nel segno e scuotere dal torpore chi potrebbe e non fa.

Ci sono tutte le condizioni per impugnare al TAR e al Consiglio di Stato il Piano Sanitario Regionale, così come ha fatto il Comune di Bracciano a cui ha dato ragione il Consiglio di Stato stesso intimando alla Regione Lazio e all’Azienda Sanitaria di bloccare i trasferimenti.

Ci sono tutte le condizioni per fare altrettanto per il Tribunale.

Ci sono tutte le condizioni per rimettere i mandati da segretari di partito, per chiudere le segreterie, per strappare le tessere fino a quando non saremo ascoltati.

E’ ora di scegliere: difendiamo questa comunità o taciamo per sempre.

Rocco Salvatore Caramuscio – Liste dei Cittadini

 

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