Ospedale “San Carlo”, Giuseppe Spera: “A Potenza doppia sostituzione valvolare trans-catetere qualifica la Cardiochirurgia quale punto di riferimento nazionale”
“La Cardiochirurgia dell’ospedale San Carlo di Potenza è tra i primi Centri in Italia ad aver eseguito un impianto della protesi mitralica trans-catetere, confermandosi, così, all’avanguardia nel trattamento delle patologie valvolari cardiache. L’ evento consolida la strada intrapresa dalla Cardiochirurgia potentina guidata dal dottor Giampaolo Luzi, con utilizzo costante di tecniche mini-invasive e impiego sempre più estensivo di procedure trans-catetere e protesi valvolari di ultima generazione”. E’ il direttore generale dell’Aor San Carlo di Potenza Giuseppe Spera a comunicare questi ultimi importanti traguardi che “dimostrano l’impegno posto dalla direzione strategica nel facilitare e stimolare percorsi di crescita e segnano un decisivo passo in avanti sul terreno della innovazione e della ricerca, qualificando il nosocomio del capoluogo lucano quale punto di riferimento nel centro-sud per il trattamento di patologie cardiovascolari. La cura delle malattie valvolari cardiache –ha proseguito il direttore generale- è diventata complessa a causa dell’età sempre più avanzata dei pazienti e della presenza di multiple comorbilità, con aumento considerevole del rischio chirurgico. La chirurgia mini-invasiva mediante metodiche trans-catetere, che ha avuto negli ultimi anni sempre più garanzie di efficacia e sicurezza, richiede tuttavia mani esperte ed un Centro in cui tutte le soluzioni siano fruibili, dalla chirurgia tradizionale alla mini-invasiva e a quella alla trans-catetere, ritagliando così a misura –ha concluso Spera- l’intervento più adatto per ciascun paziente”.
“Per il trattamento di una severa insufficienza mitralica ed aortica su un paziente di 67 anni affetto da multiple patologie concomitanti –ha precisato il dottor Giampaolo Luzi nel presentare l’operazione chirurgica effettuata- un ulteriore intervento di doppia sostituzione valvolare, mediante la sternotomia con circolazione extra-corporea, avrebbe avuto un rischio troppo elevato. Il planning chirurgico studiato per il paziente ha previsto un primo step con impianto di una protesi aortica per via trans-femorale e, a distanza di alcune settimane, un impianto attraverso l’apice del ventricolo sinistro della protesi mitralica trans-catetere. Dopo sette giorni dall’impianto della protesi mitralica –ha concluso Luzi- il paziente è stato dimesso al domicilio e, dopo un periodo di recupero di alcuni giorni, è tornato a svolgere le sue normali attività”.