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Le parole del coach Giampaolo Di Lorenzo dopo l’esonero

“Un fulmine a ciel sereno. Mi hanno informato che avevano cambiato idea su di me e volevano cambiare allenatore inspiegabilmente. Non ho avuto nessun sentore in precedenza e non mi avevano neppure avvisato prima di Scafati. Non capisco strategicamente la scelta. Dall’inizio mi avevano chiesto la salvezza che significava il 13^ posto ed il premio under per una stagione di transizione. L’obbiettivo era anche mettere a posto i bilanci, ho accettato subito dicendo che avremmo sofferto con il budget basso, creando un gruppo giovane e soffrendo tantissimo. Venivamo da due partite giocate senza il nostro faro Bonessio, la prima in casa di Treviso dove abbiamo ceduto proprio alla fine ed in casa contro la Givova dove abbiamo condotto per oltre 37 minuti. La squadra era viva ed in crescita, abbiamo vinto a Ferrara e Piacenza e perso a Treviglio per una furbata. Il gruppo è giovane e con poca personalità ed inoltre abbiamo un Usa che ci ha dato poco sin d’ora. In casa non ci sono più gli ultrà e sembra di essere al cinema. Le gare perse ad inizio stagione in casa erano tutte ravvicinate dopo la vittoria di Piacenza. Chieti ha fatto un match incredibile e Ravenna si sta dimostrando solidissima. Scelsi Matera anche a dispetto di offerte in categoria superiore in quanto mi hanno detto che eravamo una famiglia, ci aiutiamo e diamo una mano ma poi alla prima difficoltà è stato mandato via Viggiano ed alla seconda il sottoscritto. Siamo secondi nella classifica under e ad oggi 13esimi con 8 punti in classifica e dunque salvi, alla notizia i ragazzi piangevano e si prendevano la colpa, inoltre non ho mai risposto male a nessuno. Ho cercato di ottimizzare tutto anche facendo meno amichevoli estive per non far pagare trasferte, se c’erano i soldi (ora ci sono due allenatori a libro paga) si poteva rinforzare ad Agosto direttamente. Mi sento un cane da combattimento che ha sbagliato una gara. Mi son fidato del cuore ed ho sbagliato, sul ripescaggio avevamo ragione a livello legale ma non avevamo la struttura per fare la Gold”.

Antonio Esposito

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