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Parte dal rione Dirupo il rilancio di Pisticci

Con la perdurante crisi dei diversi settori dell’economia, per concorrere al suo rilancio Pisticci deve puntare solo sulle sue capacità di riscatto e potenzialità che passano attraverso il recupero e la valorizzazione del centro storico e del rione Dirupo. A causa dei ripetuti dissesti idrogeologici, con il decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi del 7 ottobre 1960 -che inseriva Pisticci tra i comuni minacciati da frane e destinati quindi al trasferimento- si apriva una fase storica in cui la stessa sopravvivenza dell’abitato era messa in discussione. Nemmeno il successivo decreto Saragat del 14 agosto 1968, che parzialmente revocava il precedente provvedimento, chiudeva la questione poichè rimaneva confermata la decisione del trasferimento del Dirupo. Tale vincolo ha rappresentato per molto tempo un limite per il pieno utilizzo dello storico rione che è il simbolo di Pisticci. Dell’antico e nobile quartiere si ritorna a parlare oggi con ambiziosi progetti di rilancio e di recupero ma è quanto mai opportuno rilevare che il recente decreto che rimuove il vincolo di trasferimento non deve essere inteso come punto di arrivo di un lungo e tormentato iter burocratico, che è passato al vaglio delle varie amministrazioni, ma di partenza, per attirare nuovi flussi di visitatori e turisti. Lo storico rione è oggi inserito nel Catalogo dei Beni Ambientali quale una delle 100 Meraviglie d’Italia da Salvaguardare. Un riconoscimento che finora non sembra aver prodotto risultati positivi. Occorre guardare ben oltre e candidarsi a patrimonio Unesco o raccordarsi ai programmi d Matera capitale della cultura 2019. Come avvenne all’indomani della frana della Notte si S. Apollonia del 1688, il rione ha continuato a sopravvivere e ripopolarsi mantenendo sempre gli stessi volumi e la stessa superficie e le varie opere di consolidamento hanno consentito il suo pieno recupero anche dopo il terremoto del 1980, dal momento che non si erano più presentati segni di cedimento e lesioni, per cui esistevano tutte le condizioni tecniche e giuridiche per procedere alla eliminazione del decreto di trasferimento. Partendo da questi presupposti il comune di Pisticci ha sottoscritto una serie di interventi tra cui la riqualificazione, consolidamento e recupero del centro storico, e la valorizzazione del patrimonio architettonico, una volta accertato che per una parte dell’abitato non si erano verificati altri gravi eventi franosi. La fase storica si è chiusa solo con il decreto del Presidente della Regione Basilicata del 22 ottobre 2014, che rimuove definitivamente il vincolo. La portata del provvedimento è di particolare rilievo in quanto restituisce ai pisticcesi un pezzo importante della sua storia. Il Dirupo deve e può rinascere con una serie di iniziative progettuali come per esempio le vie dei mestieri e artigiani, la riqualificazione urbanistica, a cominciare dal ripristino dei colori e delle strade con la pavimentazione di ciottoli, senza escludere i tanti collegamenti con Matera e provincia. Un patrimonio immenso che necessita di cura, attenzione e impegno. Fare oggi del Dirupo uno dei punti di riferimento del turismo della fascia jonica deve rimanere un obiettivo prioritario. Dopo la rimozione del vincolo urbanistico è possibile attuare anche quell’ambizioso progetto dell’Albergo Diffuso, in forza della Convenzione concernente l’Accordo di Programma sottoscritto dal Comune di Pisticci e Nettis Resort s.r.l. soggetto attuatore e realizzatore del Porto degli Argonauti.

Giuseppe Coniglio

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