Parte dalla Puglia la petizione per l’olio extravergine d’oliva
Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e l’assessore alle Risorse agroalimentari Dario Stefano, hanno firmato ieri la petizione popolare organizzata dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) a tutela dell’olio extravergine d’oliva, per ridurre gli alchil esteri nel prezioso liquido. Il parametro degli alchil è previsto da un dispositivo dell’Unione Europea, che individua i fenomeni fermentativi e degradativi delle olive di scarsa qualità, ed è fissato in 75 milligrammi per chilo per l’extravergine. Un limite, questo, che la Cia stessa ritiene troppo alto per poter distinguere correttamente gli oli lampanti e deodorati che formano le miscele che si ‘spacciano’ per extravergini. La soglia vige dallo scorso aprile, e permette di commercializzare oli con il 60% di lampanti rettificati e deodorati. Quindi, la Cia Puglia ed i firmatari chiedono che il parametro venga fissato in 30 milligrammi: “Bisogna dare trasparenza al mercato, tutelare i consumatori e il patrimonio ambientale pugliese”.
“Abbiamo aderito all’iniziativa della Cia perché rappresenta bene lo sforzo che l’amministrazione regionale ha fatto negli ultimi anni – ha detto l’assessore Stefano – lo sforzo teso alla qualità del prodotto, le politiche che intercettano varie esigenze regionali come il lavoro sulla tutela degli ulivi secolari. Nell’ultima stagione agraria, sono confermati gli elementi di crescita delle qualità: ecco perché vogliamo replicare con l’olio i risultati raggiunti con il vino, e pensiamo che nel 2015 dovrebbe raggiungere il 50% di produzione di qualità”.
La petizione è indirizzata al presidente della commissione Ue Josè Manuel Barroso, al commissario all’agricoltura Dacian Ciolos, al presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro e al ministro italiano delle Politiche Agricole Mario Catania.