Patrick Zaky: Il sindaco di Matera proporrà il conferimento onorario da parte del Consiglio comunale
“Pensare e immaginare un mondo diverso, libero e aperto, non può essere considerato un reato, a nessuna latitudine”. Con queste parole il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, si unisce agli appelli lanciati in difesa di Patrick Zaky, lo studente dell’Università di Bologna detenuto in carcere in Egitto ormai da un anno. Bennardi si unisce alla richiesta per il conferimento della cittadinanza italiana che garantirebbe a Zaky l’impegno dell’Italia e dell’Europa per la ricerca di un’azione risolutiva.
“Considero Patrick nostro fratello, figlio delle nostre idee di Libertà e Verità – dichiara Bennardi -, per questo ritengo che il nuovo governo che sta nascendo potrebbe adottare un provvedimento di concessione della cittadinanza Italiana per meriti speciali, in riferimento del secondo comma dell’articolo 9 della legge sulla cittadinanza Italiana. Come sindaco di Matera, che è anche Città della Pace, proporrò al Consiglio comunale il conferimento della cittadinanza onoraria, allo stesso modo di quanto già fatto in diverse città italiane”.
Nel pomeriggio odierno, alle ore 17,00, la chiesa della Materdomini in piazza Vittorio Veneto, si illuminerà di giallo, aderendo così all’iniziativa promossa da Amnesty International per tenere alta l’attenzione e per fare pressione sulle istituzioni egiziane affinché mettano fine al più presto allo stato di detenzione del giovane ricercatore.
“Quando sono in pericolo i diritti di una singola persona, sono in pericolo i diritti di tutti. La detenzione arbitraria e senza processo di Zaky – conclude il sindaco – costituisce un’inaccettabile violazione del diritti fondamentali dell’uomo. Matera, città che da sempre sposa il valore della cultura come strumento per costruire pace e dialogo, sostiene tutte le attività di mobilitazione diplomatica e non violenta e supporta l’iniziativa di sensibilizzazione di Amnesty International affinché Patrick possa essere scarcerato al più presto e possa riprendere le sue legittime battaglie per l’uguaglianza e la verità, in nome dei diritti umani, della libertà di pensiero e di una giustizia degna di questo nome”.