Pensioni, duro attacco di Zuardi (Fnp Cisl)
“Il governo non ci sta regalando niente, i rimborsi, per giunta parziali, sono soldi dei pensionati, non del governo”. Nel giorno in cui l’Inps avvia il pagamento dei rimborsi a seguito della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco delle rivalutazioni fatto dal governo Monti (24 mila i pensionati lucani interessati), il segretario generale della Fnp Cisl Basilicata, Enzo Zuardi, tuona contro il governo e anticipa i temi che saranno al centro della prossima conferenza programmatica e organizzativa. “Sulle pensioni e sui pensionati c’è un accanimento mediatico”, accusa Zuardi, “è inaccettabile e ingeneroso dopo una vita di lavoro sentirsi dire che i pensionati rubano il futuro dei giovani, come se i giovani non fossero figli nostri”. Per Zuardi “il governo restituendo il appena il 12 per cento del maltolto ha fatto il minimo sindacale attuando solo in parte il dispositivo della sentenza della Corte, inoltre al danno dei rimborsi parziali si aggiunge la beffa perché su queste somme una-tantum non saranno calcolate le rivalutazioni future”.
Il segretario della Fnp Cisl lucana sottolinea che “i pensionati sono stati il vero ammortizzatore sociale, aiutando i figli e a volte anche i nipoti, altro che rubare il futuro. Se il paese ha retto alla crisi è perché nonostante le sollecitazioni dei mass media ha funzionato la rete di solidarietà familiare, senza i pensionati sarebbe stato un disastro sociale. Per questo noi pensiamo che sia arrivato il momento di scrivere un vero e proprio patto intergenerazionale tra giovani e anziani”. Sono questi alcuni dei temi che saranno affrontati nella conferenza organizzativa e programmatica che si terrà a settembre, a Matera, alla presenza del segretario nazionale Ermenegildo Bonfanti. “Sarà l’occasione – anticipa Zuardi – per rilanciare le iniziative della Fnp sul territorio regionale a tutela delle fasce sociali più deboli, dei non autosufficienti, dei giovani che non trovano lavoro perché i padri sono costretti a lavorare fino a quasi settant’anni, per un riforma del fisco e delle pensioni che vada nella direzione della giustizia e dell’equità sociale”.