Percorsi di studio abbreviati: a che pro?
Apprendiamo con estremo disappunto che almeno in due scuole della regione Puglia (una in provincia di Bari e l’altra in provincia di Brindisi) si è avviata una sperimentazione di corsi di studio di secondaria superiore che prevedono l’abbreviazione dei percorsi di studio da 5 a 4 anni! Le sperimentazioni sono tutte ispirate ad una formazione di tipo “ internazionale ”, in cui cioè la mission sarebbe la formazione del cittadino europeo. Questa vicenda è gravissima per la FLC CGIL perché tutta l’operazione avviene senza un quadro di riferimento nazionale e senza il previsto parere obbligatorio del Consiglio nazionale della pubblica istruzione di cui all’art.11 del DPR 275.
Per una “innovazione” di tale portata sarebbe stato necessario e doveroso, da parte del Governo e delle sue amministrazioni periferiche, il coinvolgimento quanto più ampio possibile dell’intera società; invece niente di tutto questo! Non solo le Organizzazioni Sindacali rappresentative del comparto Scuola sono state tenute all’oscuro, nel merito e nel metodo, di cosa realmente si intende “innovare”, ma i cittadini stessi, i genitori, gli studenti, sanno poco o nulla di quello che sta accadendo. Ci sconcerta verificare questa totale mancanza di considerazione da parte di un Ministro che, almeno a parole, ostenta invece grande sensibilità nei confronti del sistema della conoscenza in Italia.
Per la FLC CGIL di Puglia il gioco del MIUR è chiaro: dietro l’apparente motivazione tesa ad allineare i nostri ragazzi ai loro coetanei europei, che escono dalla scuola secondaria di II grado un anno prima, pronti ad entrare con un anno di anticipo sui nostri ragazzi nel mondo del lavoro, in realtà si vuole ancora una volta perpetrare un ulteriore taglio all’ organico di docenti della scuola secondaria superiore!
Ma non si tratta solo di un problema di tagli, di posti di lavoro che continueranno a diminuire, perché ci saranno sicuramente ricadute negative sulla formazione dei giovani, in particolare, dei più deboli. Infatti, per essere ammessi alla frequenza di questi corsi “ sperimentali”” si favorirà in ingresso la scelta di studenti con il rendimento migliore” attraverso il ricorso a test di accesso o colloqui motivazionali: un’operazione selettiva ed elitaria, degna di ben altri ambienti che non quelli della Scuola Pubblica Italiana!
Noi siamo convinti che la drastica riduzione di un anno del percorso formativo non c’entri un bel nulla con l’Europa e non faciliterà l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, cosa che, invece, richiederebbe maggiori e migliori competenze, e quindi più laboratori, più tempo scuola, più inclusione e sostegno al disagio, più risorse, con l’obbligo scolastico finalmente innalzato a 18 anni e la cancellazione delle controriforme Gelmini, che hanno solo impoverito l’offerta formativa.
La FLC Cgil Puglia non starà a guardare.
Claudio Menga – Segretario Generale FLC CGIL Puglia