Petrolio, Gambardella (Cisl): “Comunità devono essere coinvolte”
“La nota vicenda legata alla messa in esercizio del centro olio di Tempa Rossa impone una seria riflessione sulla necessità di un rapporto tra compagnie petrolifere e comunità locali fondato sulla trasparenza e la partecipazione”. A dirlo è il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, che rilancia la proposta di istituire organismi partecipativi in cui possano trovare ascolto le istanze di tutti gli stakeholder coinvolti nella aree interessate dalle estrazioni petrolifere.
“In più occasioni abbiamo ribadito l’urgenza di un modello di governance più democratico – spiega Gambardella – in cui le molteplici espressioni delle comunità e degli interessi legittimi possano trovare adeguata rappresentanza e soddisfazione dentro un quadro di regole certe. L’attuale modello, imperniato sul negoziato pressoché esclusivo tra compagnie petrolifere e Regione, tutt’al più allargato ai sindaci dei comprensori immediatamente interessati, ha dimostrato in oltre vent’anni di sperimentazione in Val d’Agri carenze evidenti, come dimostra la crescente e giustificata opposizione delle popolazioni locali alle estrazioni petrolifere dinanzi alla condotta omissiva e opaca delle compagnie”.
Per il segretario della Cisl “l’assenza di un luogo di confronto e co-decisione aperto ai vari attori istituzionali, economici e sociali ha di fatto piegato ogni processo decisionale a logiche poco trasparenti e poco democratiche; estromissione che si è pensato di indennizzare con l’elargizione a pioggia di royalties e contributi finanziari per progetti dalla dubbia utilità e dalle ricadute inconsistenti, nella malcelata intenzione di rabbonire le comunità e sterilizzare le posizioni critiche a colpi di promesse e aspettative poi puntualmente disattese. Deve essere chiaro che questo modello non è più proponibile, né si può pensare, come ha fatto Total, di perseverare in atteggiamenti oggettivamente inaccettabili e anche controproducenti sul piano della reputazione aziendale”.
“La sempre più diffusa consapevolezza nelle comunità locali che le estrazioni petrolifere comportano oggettivi vantaggi economici ma anche altrettanto oggettivi rischi per la salute, l’ambiente e la tenuta delle relazioni sociali – conclude Gambardella – prescrive un rafforzamento degli spazi di partecipazione democratica, che significa anche assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, sul modello di quanto fatto, in verità non sempre con la necessaria efficacia, attraverso l’organismo paritetico territoriale istituito nell’ambito del contratto di sito della Val d’Agri. Ripartire dall’esperienza dell’Opt significa assumere i principi di trasparenza, cooperazione e fiducia quali valori guida per un rapporto più maturo e consapevole tra comunità e compagnie petrolifere”.
“In più occasioni abbiamo ribadito l’urgenza di un modello di governance più democratico – spiega Gambardella – in cui le molteplici espressioni delle comunità e degli interessi legittimi possano trovare adeguata rappresentanza e soddisfazione dentro un quadro di regole certe. L’attuale modello, imperniato sul negoziato pressoché esclusivo tra compagnie petrolifere e Regione, tutt’al più allargato ai sindaci dei comprensori immediatamente interessati, ha dimostrato in oltre vent’anni di sperimentazione in Val d’Agri carenze evidenti, come dimostra la crescente e giustificata opposizione delle popolazioni locali alle estrazioni petrolifere dinanzi alla condotta omissiva e opaca delle compagnie”.
Per il segretario della Cisl “l’assenza di un luogo di confronto e co-decisione aperto ai vari attori istituzionali, economici e sociali ha di fatto piegato ogni processo decisionale a logiche poco trasparenti e poco democratiche; estromissione che si è pensato di indennizzare con l’elargizione a pioggia di royalties e contributi finanziari per progetti dalla dubbia utilità e dalle ricadute inconsistenti, nella malcelata intenzione di rabbonire le comunità e sterilizzare le posizioni critiche a colpi di promesse e aspettative poi puntualmente disattese. Deve essere chiaro che questo modello non è più proponibile, né si può pensare, come ha fatto Total, di perseverare in atteggiamenti oggettivamente inaccettabili e anche controproducenti sul piano della reputazione aziendale”.
“La sempre più diffusa consapevolezza nelle comunità locali che le estrazioni petrolifere comportano oggettivi vantaggi economici ma anche altrettanto oggettivi rischi per la salute, l’ambiente e la tenuta delle relazioni sociali – conclude Gambardella – prescrive un rafforzamento degli spazi di partecipazione democratica, che significa anche assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, sul modello di quanto fatto, in verità non sempre con la necessaria efficacia, attraverso l’organismo paritetico territoriale istituito nell’ambito del contratto di sito della Val d’Agri. Ripartire dall’esperienza dell’Opt significa assumere i principi di trasparenza, cooperazione e fiducia quali valori guida per un rapporto più maturo e consapevole tra comunità e compagnie petrolifere”.