Piano Governo, De Filippo: “Ecco i vantaggi lucani del SalvaSud”
I fondi ottenuti dalla Basilicata nell’ambito del piano SalvaSud del Governo sono motivo di soddisfazione sia perché il programma era destinato alle regioni dell'”Obiettivo 1″, di cui la Basilicata non fa parte (riprogrammando fondi esistenti già in precedenza destinati alle stesse regioni), sia perché, a conti fatti, si ottiene una quota maggiore di quella che sarebbe derivata dai soli criteri percentuali. Lo ha spiegato il presidente della Regione, intervenendo sul sito Internet della Regione con la nota pubblicata nel “Diario del Presidente” riportata di seguito.
IL DIARIO DEL PRESIDENTE – I vantaggi per i lucani nel SalvaSud
In quello che molti chiamano il “Piano SalvaSud” del Governo Monti, la Basilicata è stata assegnataria di 52 milioni di euro sugli 844 previsti per i così detti “obiettivi di servizio” ossia destinati a infanzia, giovani, anziani, svantaggiati. A questi si aggiungono i finanziamenti che ricadranno in Basilicata degli altri 1400 milioni di euro del piano gestiti a livello centrale, come gli interventi per lo sviluppo (dove sono diversi gli interventi candidati e in procinto di essere finanziati ad essere localizzati in territorio lucano) o l’efficientamento della Giustizia Civile, che sarà a benefici di tutti.
Se analizziamo la questione da un punto di vista numerico, c’è poco da dire. La Basilicata, che rappresenta poco più del 3 per cento della popolazione meridionale, ha ottenuto una cifra quasi doppia degli stanziamenti degli “obiettivi di servizio”. Ciò, ovviamente, non è avvenuto per caso, ma con un forte lavoro con cui abbiamo spiegato al governo che il parametro dei residenti non può essere l’unico preso in considerazione. Oggettivamente, però, non era pensabile ottenere li stessi fondi di regioni come la Campania, la Sicilia, l’ora Puglia e la Calabria, che sono più grandi tanto per territorio che per popolazione.
Ma anche se analizziamo la situazione da un punto di vista politico c’è poco da lamentarsi. Quel piano era destinato alle regioni dell'”obiettivo convergenza” (cioè Calabria, Campania, Sicilia e Puglia) e finanziate essenzialmente con la riprogrammazione di fondi europei a queste destinate. In pratica nel programma non c’è un solo euro nuovo, ma si tratta della riprogrammazione di fondi Pon e Poin non spesi e destinati, dal principio, alle sole 4 regioni dell’obiettivo convergenza. Per la Basilicata, essere entrata è stato un risultato, ancora una volta, frutto del lavoro fatto dalla Regione con il Governo, nel far capire come in soli parametri statistici, che vedono la nostra realtà un gradino più in su rispetto al Sud, non bastino a descrive la realtà. In pratica, lo stesso risultato della prima parte del “Piano Sud” del Governo in cui la Basilicata, nella riprogrammazione di fondi non spesi a altre regioni, ottenne il finanziamento con 200 milioni dell’ammodernamento della linea ferroviaria Potenza-Foggia.
Certo, avere per la Basilicata tutti gli 844 milioni, e magari localizzati qui tutti gli interventi produttivi che saranno finanziati, sarebbe meglio che avere 52 milioni e una parte degli interventi. Ma parlare di Basilicata esclusa, oltre ad essere frutto di una logica alla “Catalano” è anche un’affermazione pericola quanto incomprensibile. Se fatta dal governo regionale, potrebbe essere un alibi per dire che è inutile attendere un miglioramento. Fatto da altri, sembra da ricondurre a una logica di tanto peggio tanto meglio che mal si addice al bisogno di responsabilità che suggerisce a tutti il momento. E parlare di elemosina rischia addirittura di far pensare che non si ha alcuna cognizione degli strumenti di cui si sta parlando.
Di contro, se è intenzione di tutti dare un contributo al miglioramento della situazione, c’è da attendere che più che polemiche si sviluppo dibattiti. Nel caso specifico, i Consiglieri regionali potranno avere da me i chiarimenti desiderati in Consiglio Regionale, mentre i parlamentari potranno anche farlo rivolgendosi ai ministeri coinvolti. Da una ricostruzione rigorosa e seria, come si pretende da responsabili istituzionale, ci si renderà conto di come siamo esattamente nella situazione contraria di quella descritta, ossia una Regione protagonista negli snodi essenziali della programmazione per il Mezzogiorno.
Alla responsabilità, verso le esigenze dei lucani ma anche per le condizioni generali del Paese, continua ad ispirarsi, invece, la nostra azione. Sapendo che ogni tassello di per sè non è bastevole a garantire lo sviluppo, ma può contribuire al risultato. Una frase alla Catalano, certo, ma che viste le reazioni è necessario anche ripetere.
Vito De Filippo – Presidente della Regione Basilicata
Il governatore lucano, poi, ha replicato alle affermazioni del senatore Digilio: “Per la chiarezza alla Catalano del sen. Digilio la questione è un’altra: conoscere i fatti è meglio che non conoscerli. E se lui dedicasse allo studio degli atti la metà delle energie che spende a dichiarare, la somma del tempo dedicato alle due attività sarebbe immutata se non inferiore poiché buonsenso e onestà gli consiglierebbero spesso il silenzio.
Magari, il tempo risparmiato lo potrebbe utilizzare in Parlamento e a dialogare autorevolmente con la Comunità europea affinchè possano essere rivisti i parametri che portano alla classificazione delle Regioni sui vari “obiettivi” dei programmi comunitari.