Piano regionale sanità e PNRR, nota di Bellitti (FIALS)
“C’è un problema drammatico di carenza di personale nella sanità lucana e il PNRR non ci aiuterà a risolverlo, perché finanzierà soltanto le strutture e non le assunzioni”. A porre la questione la segretaria lucana della Fials Luciana Bellitti. L’occasione l’incontro di stamattina all’Auditorium convocato dal presidente Vito Bardi per la presentazione della bozza di nuovo piano sanitario a tutti gli stakeholder e agli agenti del SSR: direzioni strategiche, sindacati, amministratori locali. Il progetto è stato illustrato da Mantovan, un manager dell’Agenzia nazionale Sanità, la struttura ministeriale di programmazione
“Lo strumento strategico regionale riconosce il deficit strutturale – commenta Bellitti – ma non offre soluzioni. E quindi ci sembra particolarmente allarmante la gestione che le aziende stanno facendo delle stabilizzazioni. Non tutti i precari che potrebbero beneficiare dell’ultima finestra aperta dal quarto decreto aiuti, rivolto prevalentemente ai lavoratori Covid, sono stati infatti contrattualizzati a tempo indeterminato. La situazione cambia di azienda in azienda e al momento il minor numero di domande è stato accolto proprio all’Aor San Carlo. Le firme dei contratti sono ancora in corso ma un quadro di insieme è già possibile. E ci sentiamo, in piena coscienza, di parlare di un’altra occasione perduta.”
“I precari non stabilizzati rappresenteranno – prosegue la segretaria regionale della Fials – una duplice perdita per la sanità lucana. Perché non solo lasceranno scoperti posti oggi occupati ma in molti casi saranno costretti anche alla migrazione in altre regioni, determinando quindi un deficit di risorse umane e di professionalità consolidate. Ci aspettiamo quindi che il Dipartimento riconosca il problema e indichi ai direttori generali un approccio più positivo e risolutivo alla questione. Del resto il DM77 del ministero della Salute ha definito orientamenti ben precisi per coniugare l’attuazione del PNRR con i nuovi approcci e setting, tanto ospedalieri quanto ambulatoriali”
“Bisogna – conclude Bellitti – potenziare il SSR, per rispondere ai bisogni delle comunità e dei pazienti e risolvere le criticità emerse nell’emergenza Covid. In questo quadro particolare rilievo assumono quindi le strutture e i servizi domiciliari e di prossimità. La telemedicina rappresenta una buona modalità per omogeneizzare i servizi sanitari offerti sul territorio, superandone la frammentazione. In particolare questa attività va potenziata a sostegno dell’assistenza domiciliare”