Pil al +4,5% nel 2021, ma la ripresa dipenderà dai vaccini
Una crescita del Pil che frena al 4,5% nel 2021, e rischia di rallentare ulteriormente se la campagna vaccinale non sarà efficace. Resta comunque l’obiettivo del governo di vaccinare l’80% della popolazione entro l’autunno. Con il via libera allo scostamento da 40 miliardi richiesto per finanziare il decreto anti-crisi in arrivo rivolto alle imprese, il deficit schizzerà verso quota 12% e il debito inizierà a scendere dal 2022. Il nuovo quadro macro economico è stato varato dall’esecutivo insieme alla relazione con la richiesta di extra deficit che le Camere saranno chiamate ad approvare la prossima settimana, che segue la tranche da 32 miliardi già impiegata per il decreto Sostegni. Le nuove risorse serviranno per mettere in campo una nuova manovra di sostegno all’economia che sarà rivolta per circa 20 miliardi a imprese e partite Iva. Il Cdm, durato poco meno di un’ora, ha anche approvato l’istituzione di un fondo pluriennale da 30 miliardi complessivi per investimenti aggiuntivi a quelli finanziati con il Recovery fund che, è stato spiegato, darà un forte impulso alla discesa del rapporto deficit-Pil destinato a tornare sotto il 3% nel 2025. Nel 2021 la crescita del Pil programmatico viene quindi rivista al ribasso al 4,5% dall’obiettivo del 6% fissato in autunno, per poi salire al 4,8% nel 2022, quando sfiorerà i livelli pre crisi del 2019. Tale livello sarà superato nel 2023, con una crescita stimata del 2,6% che si attesterà all’1,8% nel 2024. Si tratta, secondo il governo, di “tassi di incremento mai sperimentati nell’ultimo decennio”. Nel quadro tendenziale invece, cioè a politiche invariate, il Def stima invece una crescita del 4,1%, soggetta “a notevoli rischi al ribasso, data l’incertezza che persiste sul futuro andamento della pandemia”. Nel documento viene illustrato uno scenario avverso legato alla ‘limitata efficacia” dei vaccini contro le varianti del Covid nel quale il recupero del Pil di quest’anno si ridurrebbe al 2,7% e la crescita del 2022 scenderebbe al 2,6%. Il governo prevede comunque il raggiungimento dell’80% di popolazione vaccinata al massimo entro ottobre, e “sviluppi positivi” sul fronte delle terapie da anticorpi monoclonali.
Fonte: Adnkronos