Pistacchicoltura, Ottati: “Una coltura da estendere su scala regionale”
“I prodotti di nicchia e di qualità possono diventare occasione di reddito per chi decide di restare in Basilicata e scommettere sulla terra. Ne è un esempio la storia di Innocenzo Colangelo, pioniere nella coltivazione del pistacchio a Stigliano, che ha trasformato la sua idea in una realtà imprenditoriale ormai consolidata sui mercati da oltre un ventennio”. Lo ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Michele Ottati partecipando a Stigliano al convegno ‘Il pistacchio in Basilicata. Una nuova coltura per il rilancio dell’economia rurale delle aree interne’ organizzato dai due distretti (Distretto rurale delle colline e della montagna materana e dal Distretto agroalimentare di quella del Metapontino) con l’associazione non profit ‘Pistacchio in Basilicata’
“Nella prossima programmazione – ha spiegato l’assessore – che sarà frutto della condivisione e delle proposte degli agricoltori, saranno inserite misure specifiche per sviluppare la coltura del pistacchio su scala regionale in un ambito di filiere lunghe e corte: dai vivaisti alla trasformazione, fino alla possibilità di organizzare i servizi logistici e quelli per un turismo rurale. Non dobbiamo più portare il nostro latte nobile a Napoli, il nostro grano in Puglia, i pistacchi a Bronte, ma creare qui il lavoro con filiere non dimezzate, ma che siano complete. Bisognerà puntare sull’innovazione del prodotto e dei processi come è stato fatto per il pistacchio di Stigliano, valorizzando il prodotto con certificazioni che ne riconoscono il legame con il luogo di origine per evitare di svenderlo su mercati come quello di Bronte e a incentivare gli agricoltori a produrlo sia come fonte di reddito sia per salvaguardare le zone interne rurali dal rischio spopolamento”.
Parlando delle novità della futura Pac, Ottati ha spiegato che non saranno dati aiuti a pioggia, ma il criterio per l’accesso ai finanziamenti sarà quello del risultato. ”I progetti – ha continuato l’esponente della Giunta regionale – devono essere accompagnati da uno studio d’impatto che misura fin dall’inizio quali saranno i risultati concreti che si vogliono raggiungere in un lasso di tempo certo. C’è l’esigenza di sapere per cosa saranno spesi i soldi e quali obiettivi si conseguiranno”. Per quanto riguarda le difficoltà a fare investimenti, nonostante si sia beneficiari di una quota di cofinanziamento dei fondi Ue, Ottati ha spiegato che si sta lavorando a un’ipotesi per istituire un fondo agricolo ad hoc “per permettere agli agricoltori di anticipare la propria quota”. Nel concludere l’intervento, ha ribadito che “l’agricoltura deve tornare ad essere la prima attività di questa regione che ha una connotazione tutta rurale. Per fare questo è fondamentale l’apporto e i contributi dal mondo agricolo. Per definire le priorità della prossima programmazione dobbiamo conoscere le istanze che giungono dai territorio per definire le linee strategiche. E’ possibile apportare idee al documento preparatorio che è già on line sul sito basilicatapsr.it e durante i due seminari in programma il primo il prossimo 21 febbraio che si svolgerà a Potenza presso la facoltà di agraria per illustrare l’impianto della nuova Pac e il secondo l’8 marzo sul turismo sostenibile”.