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Pittella illustra le soluzioni della Regione sulla mancata parifica di bilancio

“Abbiamo preso atto delle motivazioni della Corte dei Conti, che non ha ritenuto procedere con la parifica di bilancio, e ci siamo messi al lavoro per ricostruire il documento, riportandolo in equilibrio, utilizzando anche l’avanzo di amministrazione e riproponendo un consuntivo epurato dai rilievi che ci sono stati mossi. Adesso, siamo nella condizione di approvare un nuovo documento in attesa di una ulteriore verifica della Corte dei Conti rispetto alle azioni che abbiamo messo in campo”. Con queste parole, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ha concluso la sua relazione sulla mancata parifica della Corte dei Conti, illustrata ieri, in apertura dei lavori della seduta del Consiglio regionale. Il governatore, ha ripercorso in maniera sintetica e chiara le soluzioni individuate dagli uffici (contenute in una relazione dettagliata consegnata ai consiglieri) per far fronte ai rilievi mossi dalla Corte dei Conti, rivendicando “il confronto franco, sincero, costruttivo, improntato nel rispetto dei ruoli iniziato da diversi mesi con la Corte dei conti”.
“Avevo preso l’impegno – ha detto il governatore – di venire in Consiglio per provare a dare, con una relazione scritta, le motivazioni che hanno sostenuto le azioni della Regione. La relazione l’avete ricevuta tutti, allegata al conto consuntivo, ma provo a riepilogarla, anche perché si tratta di un documento tutto tecnico e fatto di numeri”.
Il presidente ha ricordato le “anomalie messe in evidenza dalla Corte dei Conti”, partendo in primis “dalle modalità di rappresentazione del fondo pluriennale vincolato, con l’insussistenza rilevata di residui attivi, che ci portiamo dietro da molti anni, pari ad undici milioni e 800 mila euro di proventi derivanti da vendita beni immobili ex Esab. Il secondo residuo attivo, di due milioni e 341 mila euro – ha aggiunto – è relativo ad accertamenti di fondi statali a valere sulla legge 64. Il terzo rilievo riguarda i residui attivi conservati sulle partite di giro dei servizi conto terzi relativi ad anticipazioni a beneficiari di misura assistenza tecnica e di anticipazione a gruppi locali Gal per complessivi 27 milioni di euro. La Regione  al fine di adeguarsi alla decisione di non parifica – ha evidenziato – ha provveduto a cancellare i residui attivi di cui ai precedenti punti”.
Il presidente, nel continuare la sua relazione, ha aggiunto che “sono state evidenziate anomalie da parte della Corte dei Conti in ordine alle contabilità speciali, con riferimento al rilievo relativo alle registrazioni di versamenti sul conto corrente della tesoreria statale, in partita di giro: si precisa che le stesse sono state effettuate sulla base dell’allegato del Mef. In relazione al rilievo riguardante i residui pari a 16 milioni di euro e registrati sulle anticipazioni si evidenzia che nel corso del 2016 l’Ente per superare le osservazioni ha avviato il recupero, sulle competenze stipendiali, delle anticipazioni concesse ai dipendenti non ancora restituite dai lavoratori all’ente”
Proseguendo in merito all’anomalia rilevata dalla Corte dei conti circa i fondi accantonati e vincolati, Pittella ha evidenziato che “in relazione alla determinazione dell’ammontare dei fondi di crediti di dubbia esigibilità, giudicati incapienti e pari a circa 69 milioni, si precisa che l’Ente ha inizialmente iscritto nel fondo crediti la somma di 4,5 milioni di euro, basandosi sul presupposto che Acquedotto pugliese e i Consorzi di bonifica pugliesi, verso i quali si vantano i crediti suddetti, potessero essere riconducibili all’aggregato della pa. Tuttavia, poiché la Corte dei Conti non ha riconosciuto la natura essenzialmente pubblica dei richiamati enti, la Regione Basilicata ha ritenuto di adeguarsi al decisum di parifica, portando il fondo ad un totale di 20 milioni di euro, con l’incremento di 15 milioni di euro, garantendo così la copertura del 25,1 per cento di residui attivi. Le interlocuzioni avute con le amministrazioni pugliesi fanno ritenere che i richiamati residui potranno essere incassati per la quasi totalità”.
Per quanto riguarda l’omessa costituzione del Fondo per lo sviluppo delle attività economiche della Val d’Agri “si è ritenuto – ha evidenziato il presidente – di adeguarsi iscrivendo l’importo di 13 milioni e 863 mila euro in un apposito fondo nei trasferimenti per vincoli formalmente attribuiti dall’ente. L’importo accantonato coincide con la dotazione finanziaria approvata con la d.g.r. 428 del 2012 al netto delle risorse complessivamente già impegnate. La mancata costituzione di tale fondo è riconducibile al fatto che la Regione, ha comunque garantito il finanziamento del Po Val d’Agri di anno in anno con risorse di bilancio, e che pertanto non si è ritenuto necessario accantonarle in apposito fondo, nonostante l’esistenza però di una norma che imponesse di fatto di farlo”.

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