Povertà, nuovo grido d’allarme delle Acli
Il presidente provinciale delle Acli di Potenza, Gennaro Napodano, accoglie con soddisfazione la notizia trapelata nel corso del recente vertice con i sindacati confederali circa lo stanziamento di ulteriori 5 milioni di euro per il programma regionale di contrasto alle povertà. “La scelta della giunta regionale, pur se ancora non formalizzata, viene incontro alle pressanti richieste del mondo associativo lucano che da tempo evidenzia un drammatico deterioramento delle condizioni di vita delle famiglie lucane. La disoccupazione dilagante unita alla ripresa dell’inflazione – commenta Napodano – imponevano un atto di coraggio da parte della politica regionale per dare una risposta concreta alle fasce più marginali della società lucana. Il nuovo stanziamento annunciato da De Filippo consentirà di raddoppiare il bacino dei potenziali beneficiari del Copes e di sottrarre così alla marginalizzazione almeno 3 mila famiglie”.
Per Napodano “si tratta comunque di una piccola goccia nel mare delle necessità se è vero che, come denuncia l’Istat, sono circa 50 mila le famiglie lucane che versano in condizione di privazione, ovvero non riescono a pagare le rate del mutuo e ad affrontare le ordinarie spese quotidiane. Dentro uno scenario reso già critico dalla crisi economica – aggiunge Napodano – ora dobbiamo fare i conti con la ripresa dell’inflazione e l’aumento delle bollette che incideranno pesantemente sul potere di acquisto delle famiglie. Ci sono nuclei familiari – avverte il presidente delle Acli – che sono entrati poveri nella crisi e rischiano di uscirne miseri se non saranno messe in campo politiche più incisive e strutturali di contrasto alla povertà”. Da qui la proposta lanciata nelle scorse settimane dalle Acli nazionali di un piano triennale contro la povertà assoluta. “L’Italia è l’unico paese europeo, insieme alla Grecia, a non avere una misura pubblica contro la povertà – fa notare Napodano – e si deve alla buona volontà di poche regioni, tra queste la Basilicata, se si è messo in campo un minimo di strumenti e di risorse per sostenere le famiglie povere. La buona volontà di pochi, però, non basta, serve un impegno concreto del governo nazionale che metta il tema della povertà in cima alla lista delle priorità da affrontare. Salvare le famiglie – conclude Napodano – è più urgente che salvaguardare la presunta italianità delle aziende”.