‘Preoccupa la proposta di riforma della Pac’
“Il quadro appare quanto mai preoccupante. Domani la Commissione europea consegnerà la proposta di riforma della Politica agricola comune (Pac) e le indiscrezioni della vigilia confermano in pieno i timori dell’Italia di perdere una parte consistente di risorse tra aiuti diretti ai produttori e misure di sviluppo rurale”. Lo afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata, Vilma Mazzocco, a poche ore dalla presentazione delle proposte di regolamento per il periodo 2014-2020.
“A pochi giorni dall’ufficializzazione delle proposte – prosegue la Mazzocco – abbiamo lavorato per sensibilizzare tutte le istituzioni coinvolte in merito alla dotazione finanziaria a favore dell’agricoltura del nostro Paese e al possibile nuovo assetto degli strumenti della politica agricola comune. Vanno evitati, per quanto possibile, i tagli alle risorse per l’Italia ma anche l’allineamento dei pagamenti per ettaro in tutti i paesi che Bruxelles proporrebbe di raggiungere nel 2028. Un’ipotesi che rischierebbe di ridistribuire risorse preziose – stimate in circa il 35 per cento dell’attuale budget nazionale – dell’Italia verso i paesi neoaderenti. Una riforma è necessaria, ma il nuovo assetto della Pac “verso il 2020” non deve penalizzare con nuovi costi ed impegni le imprese che operano in una e per una delle agricolture più importanti del Pianeta e che anzi deve privilegiare quelle realtà in grado di contribuire alla crescita economica e all’occupazione del Paese.
“Non può essere, altresì condivisibile – sottolinea l’assessore regionale – il meccanismo immaginato dalla Commissione per portare la ‘vecchia’ Pac in sintonia con le nuove istanze ambientaliste (greening): un’azienda non potrà dedicare alla stessa coltura oltre il 70 per cento della propria superficie, pena la decurtazione del 30 per cento del premio. Una regola che in quei Paesi, dove le dimensioni aziendali sono ridotte come è l’Italia, rischia di trovare scarsa applicazione. Il pericolo è che qualcuno, tra i più ‘piccoli’, preferisca rinunciare a parte del premio, che, alla fine, resterebbe a Bruxelles. Con un’ulteriore perdita di risorse importanti sommate su scala nazionale”.
“Siamo nel mezzo di un passaggio epocale – continua l’assessore lucano – che non incide solo sulle regole ‘agricole’ ma detta la linea di un nuovo modello di sviluppo. Nelle nuove proposte mancano misure di mercato efficaci a sostegno della competitività necessarie per governare le produzioni agricole e garantire così un approccio strategico alla sfida dell’approvvigionamento alimentare oggi più che mai urgente, così come mancano adeguate risorse finanziare per la realizzazione dei controlli igienico-sanitari e fitosanitari. Insomma, i contenuti sono tutti negativi e contrari sia agli interessi italiani che a quelli dei veri produttori agricoli. Non si può continuare a dichiarare che l’agroalimentare è uno dei settori portanti di questo Paese e poi accettare passivamente che venga mortificata la nostra produzione agricola che fornisce materia prima insostituibile all’industria alimentare italiana”.
“Se l’agricoltura deve abbandonare i sussidi e scommettere su competitività, ricerca e sviluppo – sottolinea la Mazzocco – allora le imprese agricole dovranno essere sostenute nell’innovazione, perché solo così potranno rispondere alle sfide del futuro, producendo di più e con un minore impatto ambientale. Siamo molto scontenti, inoltre – conclude la Mazzocco – del metodo utilizzato dal governo nazionale per guidare la trattativa. Il ministero ha condotto il negoziato in piena autonomia, non abbiamo ricevuto alcun riscontro rispetto alla posizione espressa da Regioni e Pubbliche amministrazioni e non ci sono state comunicate informazioni in ordine all’andamento del negoziato, così come è mancata la circolazione di tutta la documentazione relativa, a partire dalle stesse bozze di regolamento. Sono convinta che se fosse stato attivato un tavolo di lavoro Ministero-Regioni e una cabina di regia per la divulgazione in tempo reale della documentazione e delle evoluzioni della trattativa, avremmo dato vita ad un’azione più incisiva e forte nel negoziato con l’Unione Europea”.