Presentata la silloge “C’è un’ora” di Domenico Orlandi
Serata di poesia, musica e canto nel circolo culturale di Arteria. E’ stato presentato davanti ad un pubblico numeroso e attento, la silloge “C’è un’ora “ di Domenico Orlandi. La Stamperia edizioni, collana letteraria “ut pictura poesis” a cura di Rossana Tinelli responsabile della cultura di Arteria (Associazione d’Arte e cultura) presso la propria sede di vico XX Settembre Matera. Presentazione che entra nell’ambito della XV Edizione del ‘VivaVerdi’ e della Rassegna Letteraria 2011 DiVersi eParole. La pubblicazione della collana letteraria è caratterizzata come nei precedenti volumi di Giancarlo Cuscino e di Rossana Tinelli, dalla simbiosi tra liriche e pittura anche nel libro “ C’è un’ora”, i versi dell’avvocato-poeta Domenico Orlandi si accostano alle opere dell’artista Dragan Čulić , nativo di Sarajevo. Il testo è suddiviso in due sezioni: nella prima troviamo poesie in italiano, mentre nella seconda ci sono poesie in vernacolo, in dialetto materano corredate di una traduzione. Si sono occupati del commento al libro di Rosalba Demetrio, Simonetta Sciandivasci, Katia Ricci e Dario Carmentano. La serata dall’alto spessore culturale è stata irrorata di buona musica espressa al piano dall’eclettico Oscar Del Barba, dal flauto, sax soprano di Biagio Orlandi e dalla calda e duttile voce di Milena Orlandi, che si è esibita in un repertorio di canzoni francesi per dare alla poetica del papà, finissima, elegante e dolce, quel calore d’amore che è propria della poesia di Paul Eluard, Jacques Prevert a cui è stato fatto omaggio con la lirica C”Comme il faut di Mimì Orlandi. Presentando la serata, Rossana Tinelli ha sottolineato “Come Mimì Orlandi ha diverse valenze e quella della poesia di Mimì sono flash intensi. Questo libro è il terzo che pubblichiamo come Arteria, facente parte della collana che è una simbiosi tra arte e poesia”. La Demetrio: “La poesia di Orlandi è una sorta di prosa ritmica e la lettura dei versi, integrato con testi in vernacolo, mi ha emozionata. E’ un libro elegante e sobrio che si riporta all’immagine dell’autore ed ha l’eleganza colta dell’autore. Ho trovato i testi interessanti e c’è nella poesia di Orlandi una sorta di incompiutezza”. Sciandivasci: “Pensavo che l’avvocato Orlandi avesse un animo arido, ed invece è una timidezza pronta ad esplodere e la poesia dialettale è la forma d’arte che può permettere un salto in avanti per la poesia. La poesia di Domenico è poesia pratica, è poesia della vita. E’ poesia informale ma piena di sentimenti e, di quello che si capisce dei sentimenti e ci fa sentire parte di una vita fatta di cose comuni che noi notiamo e che il poeta ci fa conoscere”.
Il critico d’arte Katia Ricci, riferendosi alle opere di Dragan Čulić inserite nella silloge di Orlandi: “Questo libro ha dato origine ad un incontro interessante con l’artista Dragan Čulić, che vive qui a Matera e viene da una terra tormentata, e ha fatto i segni di una umanità ferita, sofferente e attraverso l’arte emerge un barlume di speranza. Con l’arte è sopravvissuto psicologicamente e anche fisicamente. Egli ritorna all’ABC della pittura a ricercare il senso della sua realtà, del fiore selvatico, della vita che nasce tra le crepe dei muri. E, sfogliando le poesie di Orlandi, stanno bene con le immagini di Dragan che fanno da contraltare, controcanto”. Carmentano: “Dragan con il suo segno, ti fa comprendere che la dimensione della devastazione che ha visto nel suo Paese, tocca l’animo umano, E, il bianco di cui parla Dragan è la vita. C’è una misura nel gesto e quindi un’accoglienza che non tocca nulla ma sono delle misure assolute e sono poesia Noi non siamo autori di nulla di quello che ci appartiene. Dragan si è fatto prendere da una dimensione spirituale”. Nel salone di Arteria ci sono esposte le opere di Dragan che dice: “Qui siamo di fronte all’arte che non fa male a nessuno pur sprigionando una sua energia Questi lavori sono stimmate e il segno sono un messaggio immediato. E, l’energia che viene da lontano si rispecchia in altri mondi. Non è utopia, ma realtà quella che sta dentro di noi”. E’ il momento catartico della poesia di Mimì Orlandi e tutto diventa spettacolo nello spettacolo: poesia sublime e musica d’ascolto, d’effetto e l’omaggio a Eluard : “Sul crinale ho visto il tuo amore con la grazia che solo le libellule…” Ti ho nascosto dietro una foglia .. omaggio a Prevert, e Milena Orlandi intona con una voce presa e sentita “Que rest-i-il de nos amour” di Trenet e con il piano accarezzato da Oscar Del Barba , il flauto dolce di Biagio Orlandi e giù gli applausi. Il pubblico è catturato dalla scena e Mimì Orlandi affonda nei suoi sentimenti rendendoli altrui. Il vernacolo poetico di Mimì è affidato all’attore materano di Talia Teatro, Antonio Montemurro, compagno di scena di Orlandi. Un ritrovare un mondo materano ironico, simpatico e sarcastico e anche molto francese. Alla fine del repertorio musicale e poetico la serata ha i suoi saluti e Orlandi conclude: “Mi auguro che i pensieri poetici abbiano trovato la consonanza con voi. La poesia nasce sentita e non c’è poesia che non lascia un segno. La poesia è speranza di vita e i poeti colgono il presente così com’è”.
Carlo Abbatino