BasilicataCultura

Presentato ‘Questo (non) è un paesaggio’ Conversazioni, immagini, letture

Nel corso dell’incontro su “Questo (non) è un paesaggio”, organizzato da Altrimedia edizioni sabato 27 febbraio presso il Centro Levi, “sono emersi spunti e riflessioni che potrebbero, e potranno, dare corso a narrazioni specifiche”. Così Pasquale Doria, giornalista e per l’occasione moderatore della serata, ha esordito nell’introdurre un tema ricco di suggestioni e innumerevoli interpretazioni al quale ha preso parte anche il sindaco Raffaello De Ruggieri. La serata, nata per riflettere sulle suggestioni e considerazioni scaturite dal volume omonimo curato da Silvana Kühtz e Francesco Marano, ha visto la partecipazione di alcuni autori: Sante Cutecchia, Patrizia Di Franco, Michela Frontino, Gaetano Morese, Vita Santoro e Pancrazio Toscano. La curatrice, anch’essa autrice, Silvana Kühtz ha spiegato come “Prendendo spunto dalla nascita di un dipartimento universitario a Matera, il DICEM (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo. Architettura Ambiente Patrimoni) è nato un progetto di ricerca condiviso, teso a sviluppare un dialogo tra diverse discipline. La volontà di promuovere un confronto interdisciplinare ha dato corpo a un percorso di allontanamento dalle singole discipline e dalle loro specificità, evitando discorsi autoreferenziali.” Il punto centrale, dunque, la multidisciplinarietà che restituisce spazio argomentativo a un tema poliedrico che non può essere irretito da una sola definizione.
Il paesaggio come interpretazione, il paesaggio come rappresentazione, ma anche il paesaggio come spaesamento, il paesaggio indeciso, ma anche il suo interrogare il protagonista dello sguardo che lo realizza e lo sottrae allo status indefinito di luogo. Immagini suggestive e chiarificatrice quelle che hanno accompagnato questo interrogarsi; fotografie di Michela Frontino e Sante Cutecchia che hanno arricchito con i loro contributi il dibattito acceso nel libro.
Gaetano Morese ha introdotto poi la questione della dimensione storica, quindi un paesaggio che nel tempo si modifica, aggiungendo la scommessa della presenza dell’uomo che è parte del paesaggio naturale. Vita Santoro ha sottolineato anche l’importanza delle definizioni esistenti, necessità di comprendere questa riflessione in un percorso che non esclude ciò che ancora deve divenire.
Un mondo di “paesaggi” che ci obbligano a riappropriarci del nostro di paesaggio, con progetti scolastici che rendano i giovani conoscitori e appassionati, come ha testimoniato la dirigente scolastica patrizia Di Franco, recuperando le specificità di ogni singolo studente in quanto persona, come sottolineato dal brillante intervento provocatorio di Pancrazio Toscano abile a chiarire temi complicati con gustosi e imprevedibili ossimori.
Conclusivo l’intervento del sindaco che ha convenuto come Matera, elemento tornato più volte nel corso del dibattito, non sia solo Sassi. Un paesaggio intenso e articolato che richiede una governance qualificata e visionaria, una capacità che valorizzandone le specificità non ne snaturi la presenza ma ne promuova una rinnovata produttività ecocompatibile. Ecco quindi la necessità di restituire dignità ai tanti paesaggi rinnegati a luoghi senza più vita.

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