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Presentazione del volume di Emilio Isgrò “Autocurrilum” a cura di Carmelo Cipriani

Il 5 maggio 2018 presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, Emilio Isgrò presenterà il suo libro Autocurriculum (Palermo, Sellerio Editore, 2017). Con l’autore converserà il critico d’arte e giornalista Carmelo Cipriani. L’evento è frutto di una collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Lecce e la Delegazione di Lecce del FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione l’Associazione Culturale “De la da mar. Centro Studi sulle Arti Pugliesi” di Lecce.

Così del libro scrive Carmelo Cipriani: “Artista visivo, drammaturgo, regista, poeta e giornalista, Emilio Isgrò è artista della parola e intellettuale a tutto tondo. Padre della cancellatura e della teoria del seme, due tra i più alti contributi speculativi alla ricerca artistica contemporanea, Isgrò si racconta in un nuovo libro, narrando le molte tappe della sua vita, le sue opere, prodotte a ritmi lenti, “come una lucertola al sole”, le tante esposizioni eccellenti, ma soprattutto i “segni premonitori del destino da cancellatore” e gli eccezionali incontri, molti dei quali trasformatisi in duraturi rapporti amicali. Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Elio Vittorini, Gillo Dorfles, Piero Manzoni, Umberto Eco, John Fitzgerald Kennedy, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Peggy Guggenheim, Ileana Sonnabend, Nam June Paik, Lucio Fontana, Germano Celant, Achille Bonito Oliva, Enrico Baj, Leonardo Sciascia, sono solo alcuni dei nomi di primissimo piano della cultura e della politica del Novecento incontrati dall’artista nel corso della sua vita.

L’arte, la cultura e la società italiane del Novecento sono ripercorse nel libro offrendo testimonianze importanti, tra il serio e il faceto, coinvolgendo il lettore in una vicenda biografica vissuta in solitaria, nel mezzo, tra i sospetti dei poeti visivi e le ostilità dei concettuali, tra la nativa Sicilia, lasciata ma mai abbandonata, e le “salutari nebbie” del Nord, Venezia e Milano in particolare, sue città adottive.

Una poliedricità quella di Isgrò vissuta con naturalezza, traslando da un media all’altro con assoluta libertà, senza compromessi né scelte di comodo, effettuate anzi con coraggio, compiute a volte in momenti cruciali. Carriere continuamente modificate ma non dimenticate, profondamente legate l’una all’altra in un tracciato speculativo fedele solo alla libertà di pensiero e di parola che nella cancellatura ha raggiunto il suo esito più alto, strumento per celare e svelare, affermare e negare, prima di tutto se stesso. Dopo aver negato la sua identità, Isgrò se ne riappropria, affermandola nella sua forma massima, quella dell’autobiografia, donandosi al lettore con tutta la sua sagacia, il suo intuito e la sua raffinata intelligenza”.

Nell’occasione l’Accademia conferirà all’artista la laurea honiris causa, quale riconoscimento del suo importante percorso all’interno della cultura italiana novecentesca.

All’evento interverranno il Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, Prof. Fernando De Filippi, il Direttore, Prof. Andrea Rollo, e la capo Delegazione del Fai di Lecce, Prof.ssa Adriana Bozzi Colonna.

L’evento è interamente sostenuto dall’azienda leccese Quarta Caffè.

Biografia dell’artista

Artista concettuale e pittore – ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista – Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937) è uno dei nomi dell’arte italiana più noti a livello internazionale tra XX e XXI secolo. A partire dagli anni Sessanta, ha dato vita ad un’opera tra le più rivoluzionarie e originali, che gli ha valso diverse partecipazioni alla Biennale di Venezia (1972, 1978, 1986, 1993) e il primo premio alla Biennale di San Paolo (1977). Dal 1956 vive e lavora a Milano, salvo una parentesi a Venezia (1960-1967) come responsabile delle pagine culturali del Gazzettino. Nel 1956 esordisce in ambito letterario con la raccolta di poesie Fiere del Sud (Arturo Schwarz Editore). Nel 1964 realizza le prime cancellature su enciclopedie e libri contribuendo alla nascita e agli sviluppi della poesia visiva e dell’arte concettuale. Nel 1973 esce L’avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini (Il Formichiere), candidato al Premio Strega. Nel 1979 presenta alla Rotonda della Besana di Milano Chopin, installazione-partitura per 15 pianoforti. Dal 1983 e per tre stagioni consecutive rappresenta l’Orestea di Gibellina, trilogia siciliana, al Festival Internazionale delle Orestiadi. Nel 1986 presenta al Museo Civico Archeologico di Bologna l’installazione L’ora italiana, in memoria delle vittime della strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto del 1980. Nel 1989 pubblica il romanzo Polifemo (Mondadori), elaborando nello stesso tempo una nuova Teoria della cancellatura (Galleria Fonte d’Abisso). Partecipa nel 1992 alla mostra The Artist and the Book in XX Century Italy, organizzata dal Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Nel 1994 è presente alla rassegna I libri d’artista italiani del Novecento alla collezione Guggenheim di Venezia. Nel 1998 dona al paese natale la scultura Seme d’arancia. Con il titolo La cancellatura e altre soluzioni (Skira) raccoglie nel 2007 in volume gli scritti pubblicati su quotidiani e riviste come corredo critico-teorico dell’attività creativa. L’anno successivo il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato realizza l’antologica Dichiaro di essere Emilio Isgrò a cura di Marco Bazzini. Nel 2015 crea il Seme dell’Altissimo, una scultura in marmo di 7 metri d’altezza, collocata all’interno dell’Expo di Milano. L’anno successivo a Milano viene organizzato un progetto in suo onore realizzato in tre sedi: una mostra personale a Palazzo Reale, l’esposizione della sua cancellatura del ritratto di Alessandro Manzoni alle Gallerie d’Italia e trentacinque volumi dei Promessi Sposi cancellati per venticinque lettori e dieci malati di peste a Casa di Manzoni.

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