Presentazione mostra ‘Il viaggio di Ulisse’ Io mi chiamo nessuno
Le tappe del viaggio di Ulisse, un dialogo tra il ceramista e scultore Domenico Pinto e il grande viandante. Un racconto con 18 statue di cavalli, tra battibecchi, ironia, fantasia e storia. ‘Il viaggio di Ulisse, Io mi chiamo nessuno” è l’originale mostra gratuita che aprirà al pubblico sabato 5 dicembre 2015 alle 19 e resterà aperta fino a domenica 31 gennaio 2016, nella bizzarra grotta ipogea scavata a mano del 1200, in via Crispi 2 nel cuore dell’antico quartiere delle ceramiche di Grottaglie (Taranto). All’inaugurazione sarà presente l’artista e scultore Domenico Pinto e l’Architetto Ferdinando Pedone. La mostra inizialmente si inserisce nella manifestazione natalizia Per Bacco è Natale (5, 6 dicembre, Grottaglie), organizzata dall’associazione Le Idee Non Mancano insieme all’associazione Commercianti di Grottaglie. Subito dopo la presentazione, alle ore 20, inizierà infatti il grande evento natalizio in viale Matteotti e in via Gugliemo Marconi.
La mostra ‘Il viaggio di Ulisse, Io mi chiamo nessuno”
Ben 18 cavalli realizzati in terracotta ingobbiata e invetriata con lustri e oro zecchino di diverse misure (50×50 – 58×55) rappresentano il viaggio di Ulisse.
Un percorso onirico, un dialogo tra Pinto e il viandante fatto di competizioni di intelligenza, di dispute e di “saggezza (in greco phronesis)” che rimane la prerogativa di Ulisse. Vicissitudini che esprimono la voglia di evadere, di conoscere, di sfidare quell’ignoto, quel qualcosa vicino o lontano che ci attrae verso la nostra Itaca, la nostra meta, il nostro desiderio. E Pinto rappresenta questo ideale con una nuvola appoggiata su Itaca, come una forte aspirazione e ambizione umana. E poi narra l’amore. Calipso nasconde dietro di sé la grande Itaca e di fronte al suo amato dice “ se rimani con me ti faccio rimanere giovane e immortale”. Ma anche qui l’ideale vince, ed Ulisse non accetta e prosegue il suo fantastico viaggio. Pinto enfatizza nella sua esposizione la grande intelligenza di Ulisse, come quando riesce a fronteggiare il tenibile Ciclope, semplicemente ubriacandolo con un otre di vino. E in questo viaggio il ceramista non narra l’uccisione né la violenza – salta infatti la strage dei Proci – e guarda al presente: un Ulisse addormentato arriva ai giorni nostri e precisamente a Roma nel palazzo della Civiltà Italiana chiamato Palazzo groviera che si trova nel moderno quartiere dell’EUR.
Ma il fantastico viaggio di Ulisse continua ancora. Si sveglia e Domenico lo porta nello spazio per conquistare nuovi pianeti insieme al Penelope – così da non desiderare nient’altro – ma a un patto: che Ulisse gli lasci i segreti dei suoi viaggi. Il famoso viandante accetta, lasciandogli come contenitore di segreti e aneddoti una pergamena e quando Pinto, frettolosamente è sull’aprirla si accorge che è di ceramica ed anche sigillata. Quindi né lui, né nessun potrà mai leggere il suo contenuto.
Un viaggio suggestivo e originale rappresentato da grandi opere visitabili nella nicchia rurale ai piedi delle mura del Castello Episcopio di Grottaglie. Domenico Pinto con pazienza è riuscito a trasformare una probabile via di fuga ai tempi della guerra in un sala espositiva di via Crispi, discesa storica che racchiude le tante botteghe della ceramica grottagliese.
‘Il viaggio di Ulisse, Io mi chiamo nessuno’ vuole rappresentare il cammino che non sappiamo nemmeno di intraprendere e che ci porta all’esperienza della realtà ma soprattutto alla conoscenza di noi stessi. Il viaggio serve a crearci un mondo per avventurarci, migliorare e sfidare ciò che non c’è. Qualcosa che ci porta a non approdare mai, che ci pone sempre davanti ad una sfida, a una voglia di ribellarci, di provare, di proseguire anche con la forte nostalgia di quelle poche sicurezze che lasciamo. E dopo le mille avventure del nostro viaggio torniamo a Itaca più forti di prima, con un grande bagaglio conquistato dalle nostre esperienze di vita.
E Domenico Pinto vuole conoscere esattamente queste esperienze ma Ulisse le nasconde affinché ognuno abbia le sue, uniche e originali. Ci costringe quasi ad aprire la carta geografica della nostra esistenza, seguire col dito le strade percorse e indagare le ragioni che, ad ogni bivio, ci spingono a prendere quella e non un’altra direzione.
Nella grotta saranno esposti anche i presepi, sempre realizzati con la tecnica della maiolica lustrata e decorata con oro zecchino. Le statue, figure lunghe e visi affusolatati, sono di diverse grandezze e arrivano fino a 80X25. Pinto con questa esposizione vuole rendere omaggio alla tradizione ceramica e presepiale di Grottaglie. Una sezione sarà, infatti, dedicata a tutte le rappresentazioni della Natività.
Particolarmente sensibile ai problemi della ceramica e della cultura grottagliese tradizionale, Domenico Pinto compie enormi sforzi per il rinnovo e la rivisitazione delle forme e dei decori popolari, attingendo non solo alle sue tecniche, ai suoi valori e alla sua simbologia, sintetizzando e armonizzando la tradizione locale con la ricerca e l’innovazione.