Presenza di amianto naturale nel fiume Sinni
Una delegazione di Confapi Matera, in rappresentanza di oltre 30 operatori economici provenienti dal bacino del fiume Sinni, ha incontrato a Potenza lo scorso lunedì l’assessore regionale all’Ambiente Francesco Pietrantuono, per discutere dell’annosa questione del blocco delle attività estrattive.
L’Arpab, infatti, con indagini a campione ha rilevato la presenza nel fiume Sinni di amianto naturale, che impedisce l’estrazione di materiali litoidi dall’alveo con la conseguenza, da un lato, del fermo delle imprese estrattive, dall’altro, dell’eccessivo accumulo di materiale solido con erosione delle sponde, esondazione e danneggiamento delle strade pubbliche e dei terreni agricoli coltivati. Un esempio per tutti, l’erosione della strada statale 653 Sinnica.
Confapi Matera ha chiesto di verificare se ci siano dei tratti del fiume non contaminati sui quali si possano autorizzare attività estrattive utili per il settore delle costruzioni. Gli imprenditori, inoltre, hanno chiesto di essere autorizzati a interventi di manutenzione e di ripristino del corso d’acqua, evitando in tal modo danni alle infrastrutture pubbliche e agli agricoltori, interessando il fiume il territorio di ben 10 comuni.
L’assessore Pietrantuono, affiancato dal direttore generale Carmen Santoro, e da tecnici regionali e dell’Arpab, ha dato ampia disponibilità a trovare una soluzione al problema, proponendo una mappatura del fiume con analisi del rischio e promuovendo una conferenza di servizi anche con l’Ufficio Difesa del Suolo del Dipartimento Infrastrutture, che sta conducendo uno studio sull’asse fluviale. Il fine è quello di creare un “caso di studio” da cui partire per definire una procedura idonea.
Le singole aziende estrattive, intanto, potranno segnalare singoli tratti del fiume in cui sono presenti criticità su cui intervenire prioritariamente. Nel ringraziare l’assessore e il Dipartimento, i rappresentanti di Confapi Matera hanno chiesto il supporto della Regione nell’individuazione di tratti esenti dalla presenza di amianto e un piano delle aree che riporti il Sinni a un utilizzo a fini economici e ponga rimedio ai rischi derivanti dalle piene e dalle erosioni.
All’incontro era presente anche il presidente del Consiglio Regionale Franco Mollica, che ha invocato una soluzione basata sul fatto che il Sinni non sia completamente inquinato.