Processo a San Fele nei confronti di uno stalker poetico
Non riusciva a rassegnarsi alla fine della relazione con una ragazza conosciuta poco più di un anno prima e così, per mesi, ha iniziato a perseguitarla con messaggi, telefonate, inseguimenti in auto. A far temere il peggio per la vittima, nell’estate scorsa è arrivata anche una lettera con esplicite frasi di minaccia, tratta anche da alcuni pensieri del poeta Gabriele D’Annunzio e della poetica del superuomo. Una serie di episodi che hanno costretto una 30enne di Atella a recarsi dai Carabinieri e denunciare il tutto. Così, lo scorso settembre, lo stalker era finito agli arresti domiciliari, ma ieri mattina è entrato nel vivo il processo nei suoi confronti davanti al giudice monocratico Marina Rizzi.
Nel corso dell’udienza è stata ascoltata la parte offesa, difesa dall’avvocato Cristiana Coviello. La giovane ha ripercorso l’incubo vissuto per diversi mesi: lei non voleva denunciare il suo ex, sperava che alla fine si sarebbe convinto a lasciarla in pace. Ma I.C, un 37enne di San Fele, avrebbe continuato ad importunarla con oltre 500 telefonate e messaggi, chiedendole di tornare con lui e di sposarlo. L’episodio che spinse la donna a denunciare tutto ai Carabinieri risale alla sera dell’11 giugno del 2012: mentre si recava in auto a Rionero per effettuare una ricarica telefonica, notò una vettura, dello stesso colore e dello stesso modello di quella del suo ex, che la seguiva. Dopo essersi accertata che era proprio lui alla guida di quell’auto, la ragazza si recò in caserma e raccontò tutto ai Carabinieri. La lettera di minacce di estrazione ‘dannunziana’, invece, risale al mese successivo e gettò la giovane donna in un profondo stato d’ansia.
Durante l’interrogatorio davanti al gip, l’uomo ha ammesso di aver spedito lui quella lettera, scritta da un professore su sua indicazione. Per il 37enne stalker si trattava di “una lettera amorosa poetica, tratta anche dalle frasi del D’Annunzio e della poetica del superuomo”. Inizialmente nei suoi confronti era scattato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Un provvedimento che non aveva placato i comportamenti persecutori dell’uomo, finito agli arresti domiciliari nello scorso mese di settembre. Il processo nei suoi confronti riprenderà nei prossimi mesi.