Progetto “Acquacoltura Pugliese 4.0”: Regione e Istituti di ricerca pugliesi insieme per lo sviluppo del settore acquicolo e la riduzione degli impatti ambientali
Approvato dalla Giunta regionale il progetto ‘Acquacoltura Pugliese 4.0’ che chiama a raccolta le istituzioni di ricerca di Puglia, al fianco della Regione, per sviluppare e potenziare, efficientandole, le opportunità offerte in materia di acquacoltura, in sintonia con quanto previsto dal Piano Strategico Acquacoltura 2020.
L’acquacoltura pugliese nell’ultimo decennio ha risentito degli effetti della globalizzazione, subendo le pressioni di un mercato sempre più competitivo e globale, in cui le imprese pugliesi (e non solo) fanno fatica a collocarsi con la giusta visibilità. Elevati costi di produzione e scarsa disponibilità di spazi compatibili con gli altri segmenti produttivi operanti sulla fascia costiera rappresentano fattori disincentivanti per gli investimenti nel settore. Ciò implica il potenziale rischio di perdita di posti di lavoro e la conseguente svalutazione delle specifiche competenze tecniche e professionali maturate.
Sono queste alcune delle considerazioni alla base del progetto ‘Acquacoltura pugliese 4.0’, fortemente voluto dalla Regione Puglia e collocato nell’ambito degli interventi previsti dalla Misura 2.51 ‘Aumento del potenziale dei siti di acquacoltura’ del Programma Operativo FEAMP 2014-2020. Il partenariato di progetto è composto da Università degli Studi di Bari, Università del Salento, Università degli Studi di Foggia, Politecnico di Bari, CNR IRBIM, CNR IRSA, Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale della Puglia e Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata.
Obiettivo generale dell’intervento consiste nella definizione e nella mappatura delle zone più adatte allo sviluppo dell’acquacoltura (AZA), al fine di incentivare il miglioramento delle strutture produttive esistenti, accrescendone il potenziale. Questo attraverso azioni strategicamente progettate, orientate alla riduzione degli impatti ambientali così come alla necessaria revisione del quadro amministrativo e concessorio di riferimento, fornendo alle imprese e alla pubblica amministrazione strumenti utili per ottimizzare tempistiche e processi.
“La Puglia – commenta il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – deve necessariamente promuovere la competitività delle imprese del settore acquacoltura. Un’attenta analisi scientifica, strutturale e normativa delle effettive opportunità non ancora valorizzate dalla filiera ittica, dal settore acquicolo e dal territorio è il presupposto fondamentale per un’operazione di rilancio di ampia portata. La consapevolezza è quella della necessità di integrare il sostegno agli investimenti già operato da altre misure del FEAMP, con azioni mirate. ‘Acquacoltura pugliese 4.0’, difatti, rappresenta un’importante occasione di collaborazione interistituzionale per il raggiungimento di risultati che forniranno gli strumenti atti a stimolare un’efficace innovazione strutturale e amministrativa del comparto. Grazie a questo progetto, frutto di una strategia organica, condivisa e strutturata, la Regione Puglia si pone ancora una volta al fianco delle imprese del settore dell’acquacoltura e dei lavoratori”.
Nel dettaglio, per identificazione e mappatura delle zone idonee all’acquacoltura saranno coinvolti gli Atenei di Lecce e Bari. L’Università di Bari si occuperà del rilevamento delle attività di pescicoltura e delle aree potenzialmente utilizzabili ai fini produttivi. Il CNR di Lesina (Fg) sarà impegnato nel rilevamento delle attività di molluschicoltura e delle aree potenzialmente utilizzabili ai fini produttivi. Uniba fornirà un’analisi del quadro regionale relativo alla zonazione e pianificazione spaziale marittima e redigerà la mappa dei fondali delle aree marine costiere. In capo ai laboratori del Politecnico di Bari l’elaborazione del quadro regionale meteorologico, ondametrico e correntometrico e l’analisi delle interazioni con i siti di acquacoltura. ARPA Puglia predisporrà il quadro regionale ambientale e le interazioni con i siti di acquacoltura. In materia di pianificazione e sviluppo delle strutture e delle infrastrutture secondo strategie di ecosostenibilità ambientale e in funzione dell’analisi del contesto economico, sociale e di mercato dell’acquacoltura pugliese, saranno coinvolte le Università di Foggia e di Bari, mentre l’Università del Salento si occuperà dello studio per il miglioramento e lo sviluppo delle strutture di sostengo e delle infrastrutture necessarie per accrescere il potenziale dei siti dell’acquacoltura.
L’Istituto Zooprofilattico analizzerà i danni derivanti agli impianti da impatti di natura sanitaria e animale e definirà una serie di proposte risolutive. Il CNR di Taranto, in collaborazione con il CNR di Lesina, elaborerà piani d’azione per i molluschi volti alla protezione, al ripristino e alla gestione, compreso il sostegno ai produttori di molluschi. L’Università del Salento, metterà a punto un sistema di mappe tematiche (GIS).
Alla Regione Puglia spetterà il compito di attivare e regolamentare la cabina di regia per lo studio e il trasferimento dei risultati prodotti agli enti preposti al rilascio e alla gestione delle concessioni per l’acquacoltura.