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Proseguono ad Armento le attività della galleria civica “Ori e orazioni”

Continuano ad Armento – 550 abitanti sulle colline lucane – le attività della nuova galleria civica “Ori e orazioni” , con la residenza artistica di due artiste dal profilo internazionale, Alice Padovani e Francesca Piovesan . Dal 14 marzo 2024 saranno ospitate nel borgo per la realizzazione in situ di opere concepite e sviluppare sulle tante piccole specificità di un luogo nascosto all’attenzione del mondo e ricco di risvolti imprevisti: nuove narrabilità per uno dei tanti “densi” margini d’Italia, grazie alla sensibilità di due sguardi delicati e preziosi, ma anche nuovi stimoli per percorsi artistici che fanno della ricerca continua e dell’attenzione all’ascolto la propria ragione d’essere.
La residenza, organizzata da Porta Coeli Foundation e curata da Donato Faruolo per iniziativa del Comune di Armento , si inserisce nell’ambito di un percorso che, attraverso azioni e processi artistici diffusi nel borgo, mira alla riscoperta della matrice italo-greca della cittadina, dall’epopea magnogreca al monachesimo bizantino. Racconti connessi dalla persistenza dell’oro : quello della mitica corona di Critonio, oggi conservata a Monaco di Baviera, o quello tipico dell’iconografia bizantina, dove l’oro simboleggia la dimensione trascendente del divino. Si tratta di veri “totem” per immaginari di cittadinanza che vogliono smarcarsi dalla logica dei puri attrattori turistici o del folklore, e che la galleria, con le proprie azioni, rimette al centro di un discorso trasversale sui linguaggi dell’arte contemporanea. Il titolo della residenza, “Il ramo d’oro” , prende infatti spunto dalla celebre opera dell’antropologo James Frazer, che nel 1890 scrive un testo fondamentale sullo studio della ritualità, della mitologia e degli
impianti simbolici delle nostre cognizioni, specifiche e universali. L’opera, uscita al tempo dello smantellamento dei presupposti del colonialismo, torna di straordinaria attualità al tramonto della parabola funzionalista del moderno, quando le “macchine da abitare” non bastano più, e i nuclei antropici che vivono negli angoli più remoti del pianeta ricominciano a ragionare sul senso e sulla ritualità dell’abitare i luoghi e sulle narrazioni che li tengono simbolicamente legati ad essi.
Le opere prodotte dalle artiste confluiranno prima in una mostra bi-personale da inaugurarsi presso la Cappella dell’Annunziata nel mese di aprile, e poi nella collezione della galleria civica. Le artiste sono state selezionate nell’ambito di Mediterranean art prize 2023 (Castello di Monteserico, Genzano di Lucania), organizzato dalla stessa Porta Coeli Foundation: in quel contesto sono risultate vincitrici del premio “404. Programma per l’arte contemporanea di Porta Coeli Foundation”, assegnato dal curatore ai ​ percorsi artistici ritenuti particolarmente interessanti per le azioni della fondazione sul territorio. “404” è infatti il ciclo di azioni di riconnessione tra arte contemporanea e pubblici di cui questa mostra costituirà la sesta tappa. Il percorso artistico di Padovani e Piovesan è apparso straordinariamente coerente e puntuale, rispetto agli obiettivi culturali e alle specificità del discorso di “Ori e orazioni”. Le artiste saranno inoltre protagoniste di un talk della serie “Il pane e le rose” ad Armento, martedì 19 marzo, alle ore 17.30, in cui incontreranno la cittadinanza e gli operatori culturali del territorio.
Dichiara la sindaca di Armento, Maria Felicia Bello : «Come piccola comunità di un’area interna, siamo onorati di ricevere l’attenzione di due profili culturali di rilievo come quelli di Alice e Francesca. Il percorso ​ della galleria “Ori e orazioni” è partito proprio dal presupposto che “le periferie culturali non esistano”, e la disponibilità e l’energia spese dalle artiste nelle settimane di preparazione della residenza sono state la prova di un’alleanza possibile nel reciproco interesse delle cittadinanze e dell’arte, fuori dagli stereotipi. Operare sui territori con l’arte contemporanea richiede di percorrere tracciati delicati, tortuosi. Ma come amministrazione ci sentiamo di difendere un metodo che ci lascia più ricchi, di un patrimonio che è materiale e culturale al contempo. Il modo migliore per preparare il futuro»

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