Pubblicata la storia di Anthos
Dopo un volto ed una dimensione ben radicata nel settore della solidarietà, ora l’Anthos, società cooperativa sociale con sede operativa a Marconia di Pisticci, ha anche una sua storia da consacrare e riproporre quale esempio nobile e lungimirante di grande apertura verso le persone svantaggiate. Il saggio “Quando dal tavolo nasce un fiore” dal sottotitolo “Quando le parole sono importanti quanto le storie che narrano”, curato da Maria Grazia D’Onofrio ed edito per i tipi della IMD Lucana di Pisticci, non è opera fine a sé stessa o nata per scopi puramente letterari ma rappresenta un prezioso tassello di una storia che, in dieci anni di percorso senza interruzioni, ha contribuito a imprimere una svolta decisiva, al punto che oggi Anthos costituisce un punto preciso di riferimento nel settore delicato del volontariato e della solidarietà. Un racconto lungo ed appassionante che pure narra storie diverse dell’interiorità di chi le vive e le ha sperimentate, partendo dall’associazione Agape fino ad Anthos. E quindi, come ben evidenziato in sede di presentazione, dalla “mensa”, l’Agape (ossia il tavolo intorno al quale si consumano e condividono i pasti, le idee ed i nuovi progetti) sino al “fiore”, l’Anthos, che si identifica con la vita che fiorisce e rinvigorisce a contatto con la quotidianità, in cui la storia lavorativa si intreccia per dare significato alla propria esistenza. “Non è facile amministrare la cooperativa -scrive il presidente Benedetto D’Onofrio- un ente non-profit e governato da leggi di mercato. Richiede competenza, professionalità, dedizione e capacità di guardare al futuro.” Non mancano di certo i momenti di sconforto e di amarezza ma il bilancio della cooperativa può ritenersi positivo ed esaltante. Il pregevole lavoro raccoglie le testimonianze, l’impegno e le esperienze vissute dai protagonisti e dai volontari nel favorire i momenti di aggregazione e di recupero dei soggetti a rischio. Qualcuno, lavorando in comunità ha anche conosciuto la collega diventata sua moglie e c’è chi ha prestato una attenzione particolare alle storie di ragazzi stranieri. Ma racconta anche esperienze particolari che più di altre contrassegnano la vita, raccogliendo i messaggi e le sfide educative dei bambini che versano in maggiore difficoltà. Una serie di toccanti testimonianze e di esperienze vissute in prima persona da volontari che, svolgendo un importante servizio civile, hanno dato un senso diverso alla loro esistenza. “Manca la voce dei ragazzi che sono cresciuti dentro questa storia di dieci anni – scrive in prefazione Mario Castellucci – ma forse questa è un’altra storia che speriamo di poter leggere presto”.
Giuseppe Coniglio