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In Puglia confronto internazionale sulla “Blue Economy”

La crescita della Puglia si tinge di blu come il mare che bagna gli 865 chilometri della sua
costa. #IlmarediPuglia è il nuovo asset delle politiche economiche regionali. La risorsa, origine della
ricchezza storica della Puglia, fonte di nutrimento, di commercio e di incontri con altre
civiltà, torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico con quattro giorni di
confronto per rimettere il mare al centro dell’attenzione come fonte di un’economia blu che
non è solo risorsa da sfruttare ma diventa sviluppo sostenibile attraverso il connubio con
ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e il partenariato tra organismi di ricerca
scientifica e industria.
L’iniziativa dal titolo “#IlmarediPuglia, Blue Economy: strategie di sviluppo” si svolgerà a Bari
dal 21 al 24 marzo, negli spazi della Fiera del Levante (Padiglione 152) ed è organizzata da
Regione Puglia, in collaborazione con la società regionale in house Puglia Sviluppo, Arti –
Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, Unioncamere Puglia, Fiera del Levante, e
Autorità di sistema portuale del mare Adriatico e meridionale.
Quattro giorni di appuntamenti, sessanta relatori nazionali e internazionali, le testimonianze,
le esperienze e le storie di successo di giovani imprenditori pugliesi nel corso di tre eventi: il
21 marzo “Il mare come risorsa: il contributo della pesca e dell’acquacoltura alla blue
economy” a cura di Unioncamere Puglia, il 22 e il 23 marzo “Blue Economy

International Forum, Strategie per la crescita blu e l’innovazione” a cura della sezione

Internazionalizzazione della Regione Puglia e il 24 marzo “Zes, attrazione degli investimenti e
blue economy” a cura delle Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale e
del mar Tirreno centrale.
L’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e dall’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Mazzarano con la partecipazione di Vito Albino
, commissario straordinario dell’Arti, di Nicolò Giovanni Carnimeo , Docente di Diritto della navigazione e dei trasporti presso il Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e direttore scientifico dell’evento #IlmarediPuglia e di Giovanna Genchi, dirigente della Sezione Internazionalizzazione della
Regione Puglia.
La Blue Economy comprende tutte le attività umane che utilizzano il mare, le coste e i fondali
come risorse per attività industriali e di servizi, quali acquacoltura, pesca, biotecnologie
marine, turismo marittimo, costiero e sottomarino, trasporto, porti, energie rinnovabili
marine, il tutto in un’ottica di sostenibilità. L’economia del mare ha una rilevante forza
moltiplicativa – per ogni euro prodotto dalla blue economy se ne attivano 1,8, nel resto
dell’economia – ed occupa molti giovani: il 30% degli addetti ha meno di 35 anni (contro il
22% registrato nel resto dell’economia). Secondo i dati di Unioncamere, in Puglia sono
14mila le imprese che operano nell’economia del mare ed occupano 65mila lavoratori.
Si tratta – ha spiegato il presidente Michele Emiliano – di un bacino enorme di risorse
naturali, uomini e mezzi. È un patrimonio che abbiamo il diritto di utilizzare e il dovere di
salvaguardare per noi e soprattutto per chi verrà dopo di noi. È un dovere per l’Italia ma lo è
ancora di più per una regione costiera come la Puglia. Per questo abbiamo deciso di avviare
qui, a Bari, #IlmarediPuglia, un dibattito a 360 gradi sul ruolo e le prospettive della Blue
Economy all’interno dell’economia italiana e pugliese.

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