Reddito di Cittadinanza, a Ruvo di Puglia gli ultimi 40 beneficiari prenderanno servizio da domani
Sono 40 i beneficiari di Reddito di Cittadinanza ruvesi che il 2 ottobre 2023 inizieranno le loro attività nell’ambito di 8 Progetti di Utilità Collettiva. Dopo aver completato il corso per la sicurezza, alcuni beneficiari svolgeranno i loro compiti presso le scuole del I Circolo Giovanni Bovio e II Circolo San Giovanni Bosco, con attività di supporto e vigilanza all’entrata e all’uscita degli alunni e con attività di supporto alla mensa scolastica.
Altri beneficiari del reddito di cittadinanza saranno invece impegnati presso le associazioni del territorio con progetti utili alla collettività (P.U.C.) in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo, e di tutela dei beni comuni. Presso la Caritas, il Circolo A.C.L.I. Pasquale Altamura, “Un mondo di bene2.0 APS”, l’Emporio Solidale Legami”, i beneficiari saranno impegnati nella raccolta e distribuzione di generi alimentari, in attività di raccolta e distribuzione di abbigliamento, attività di segretariato sociale.
Altri beneficiari del reddito di cittadinanza saranno invece impegnati in progetti di utilità collettiva programmati dai vari settori del Comune di Ruvo di Puglia e quindi in attività di supporto amministrativo, attività di vigilanza vicino ai plessi scolastici, attività di accoglienza presso la biblioteca comunale. Dall’inizio dell’anno sono circa 200 i cittadini che hanno partecipato ai Progetti di utilità Collettiva (PUC) attivati dal Comune di Ruvo di Puglia.
“I progetti di utilità collettiva – ha detto l’Assessore alla Giustizia Sociale Nico Curci – sono stati un’importante occasione di inclusione e di crescita per tanti cittadini in difficoltà, creando una rete fondamentale tra associazioni, istituzioni e cittadini. La partecipazione alle attività quotidiane della collettività ha restituito a molte persone l’occasione di sentirsi parte attiva della comunità.
Gli Uffici dei Servivi Sociali hanno assicurato con particolare cura l’incrocio fra le competenze professionali e le attitudini delle persone ai singoli progetti cosi da poter rendere le collaborazioni un’opportunità di crescita reciproca e di sperimentare possibili percorsi di inclusione sociale e di reinserimento lavorativo. Non sono mancate occasioni in cui le collaborazioni hanno portato sviluppi lavorativi concreti. A partire dal 1 agosto, la sospensione del Reddito di cittadinanza è divenuta realtà – prosegue l’Assessore – e da subito abbiamo espresso forte preoccupazione per le ricadute.
Si è ormai avviata una fase nuova, nella quale famiglie e persone che vivono in una condizione di povertà assoluta e di fragilità sociale non avranno altri riferimenti, se non che i servizi sociali dei Comuni, i Centri per l’impiego e le organizzazioni sociali e di volontariato. È indispensabile che i Comuni vengano messi nelle condizioni di attuare tutti gli interventi e i servizi, rafforzando e potenziando le reti territoriali necessarie a favorirne l’inclusione sociale e l’uscita dalla povertà delle famiglie. L’inclusione sociale è un processo delicato, che rappresenta un pilastro fondamentale per la creazione di una società equa e solidale, dove ogni cittadino viene riconosciuto parte indispensabile della comunità, indipendentemente dalla propria condizione economica, sociale, dal paese d’origine, dalla religione, genere o dalle abilità.
È su questo principio, quello dell’uguaglianza e delle pari opportunità fra le cittadine e i cittadini, che deve essere strutturata la conversione del reddito di cittadinanza a quella dell’Ad.I. (assegno di inclusione) e alla misura di inserimento lavorativo prevista dalla legge 85/2023, ascoltando la voce che proviene dai territori, perché è nella periferia, negli uffici dei servizi sociali dei Comuni, nei centri sociali e di contrasto alla povertà organizzati presso le associazioni di volontariato e del terzo settore, che ci si guarda in faccia e si realizza l’incontro con le persone e con la propria condizione di vita.”