Referendum 17 aprile, per la Cisl è inutile e fuorviante
La Cisl Basilicata prende posizione sul referendum del 17 aprile. “Pur rispettando il dibattito in corso, dai toni sempre più accesi, la Cisl considera la consultazione referendaria sulle trivellazioni inutile e fuorviante, in linea con quanto stabilito dal comitato esecutivo nazionale dello scorso 15 marzo”. Lo dichiara il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, sottolineando che “la scelta di votare o meno e di come votare sta alla sensibilità e alla coscienza di ciascun iscritto”. Secondo Falotico “porre un tema delicato quale quello del rapporto tra industria e ambiente in maniera manichea e affidare le sorti di un importante settore che dà lavoro a migliaia di persone con un semplice sì o no è un modo sbagliato. Si rischia di generare solo confusione e alimentare strumentalizzazioni di natura spesso prettamente politica. È bene sottolineare che in caso di vittoria del sì non scomparirebbero le trivelle, né in mare né in terra ferma, ma si cancellerebbe la possibilità per le imprese di posticipare le estrazioni in periodi più redditizi, oltre la scadenza formale della concessione. Un tale risultato non sarebbe esente da conseguenze pesanti sulle imprese e sulle famiglie. Si perderebbero infatti migliaia di posti di lavoro, inoltre la necessità di aumentare le importazioni dall’estero di gas e greggio farebbe lievitare la bolletta energetica nazionale, a tutto danno delle fasce sociali più deboli”.
“Fermo restando la volontà di mantenere il tetto stabilito dalla moratoria dei 154 mila barili al giorno alle estrazioni petrolifere nella nostra regione, un risultato raggiunto con la perseveranza e la pazienza del negoziato politico, è nostra convinzione – prosegue Falotico – che sia necessario rivisitare quanto definito in materia di estrazioni off-shore, un obiettivo che a nostro avviso non è raggiungibile con una scelta secca su una scheda elettorale, bensì attraverso l’attività legislativa propria del parlamento. Noi riteniamo che si debba trovare un punto di equilibrio tra sviluppo e tutela ambientale. Proprio per questo sollecitiamo governo e parlamento a dare concreta attuazione attraverso le leggi agli obiettivi europei per la drastica riduzione entro il 2050 della dipendenza dagli idrocarburi e a rendere sempre compatibili le esigenze dell’industria con le esigenze di sostenibilità ambientale e di valorizzazione turistica del patrimonio paesaggistico e culturale. È pensabile fare politica energetica e ambientale a colpi di referendum? A nostro parere non è possibile. Obiettivi così ambiziosi possono essere raggiunti solo gestendo con serietà e responsabilità la transizione verso la green economy, che si costruisce anche cambiando le abitudini di consumo e riducendo gli sprechi. L’economia verde – conclude Falotico – è una grande opportunità per il futuro del nostro paese, ma occorre una strategia chiara di lungo periodo per sostenere la ricerca e gli investimenti, senza però compromettere il presente”.