Ricatti al premier, il Csm sentirà i magistrati
Il Csm ha convocato per lunedì 22 il procuratore di Bari Antonio Laudati, mentre il 19 ascolterà Giuseppe Scelsi, il pm che per primo ha indagato sul giro di escort portate da Gianpaolo Tarantini a Palazzo Grazioli, nelle residenze private del Premier. Le audizioni saranno compiute dalla Prima Commissione, la cui composizione è stata appena rinnovata e che ora è presieduta da Nicolò Zanon (PdL). Le date scelte indicano la volontà del Csm di procedere celermente, dopo aver acquisito le informazioni chieste alla procura di Lecce.
L’obiettivo finale è verificare se ci siano stati comportamenti, che pur non rilevanti da un punto di vista penale, possano giustificare un trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale o funzionale. L’inchiesta della procura del capoluogo salentino è nata dalla trasmissione di atti da parte dei pm napoletani che hanno disposto l’arresto di Tarantini, di sua moglie Angela Devenuto e del direttore e editore dell’Avanti Valter Lavitola per una presunta estorsione ai danni del premier, e che ipotizzerebbero a carico di magistrati baresi i reati di abuso ufficio e di violazione del segreto d’ufficio.
Il tutto si basa su intercettazioni tra Tarantini e Lavitola, come ad esempio quella in cui l’imprenditore barese, commentando un’intervista al Giornale in cui Patrizia D’Addario racconta di essere stata strumento di un complotto ai danni di Berlusconi, spiega che tutto è stato organizzato (“l’ha fatto apposta Laudati”) per rinviare la chiusura dell’inchiesta.
Intanto in un comunicato Valter Lavitola, che attualmente si trova a Panama come latitante, sostiene di essere “stanco di passare per l’Uomo Nero” e annuncia sia un memoriale che consegnerà alla magistratura nei prossimi giorni, sia un’intervista per chiarire tutto, carte alla mano.
“Sono l’unico artefice di una situazione venutasi a creare solo a causa delle serie difficoltà del Tarantini – ha spiegato Lavitola – che avevano un tenore di vita molto negativo. Lei, Angela, spesso veniva a casa mia, ed era una donna piena di problemi. Mi sono limitato a fare da tramite con il Presidente, che è sempre spinto da un forte sentimento di solidarietà con le persone che si trovano in disagio”. Lavitola ha ammesso di essere in America per vendere due barche, poi ritornerà in Italia: “So perfettamente che una volta tornato in Italia, il primo passo lo farò in cella. Ma, nonostante tutto, sono ottimista sul buon esito della vicenda, perché sono innocente”.