Pochi ricavi dal settore delle acque minerali in Basilicata
La Basilicata, come tante altre regioni, nonostante i suoi ricchi giacimenti di acqua finora ha ricavato pochissimi vantaggi a livello finanziario dal settore delle acque minerali. Il mercato delle acque minerali da noi in Basilicata è fatto di 12 concessioni per un totale di 378 milioni di litri imbottigliati ogni anno che secondo un recente rapporto di Legambiente produce alle casse della Regione una cifra che si aggira al di sotto del milione di euro. La legge regionale che fissa le modalità di scelta dei concessionari risale ormai al lontano 1996.
La Proposta di Legge presentata evidentemente è andata a toccare interessi consolidati nella nostra Regione, ci sono voluti ben 3 anni per farla arrivare in Commissione. Ma immediatamente si sono alzati cori di protesta da parte di chi ha paventato possibili perdite di posti di lavoro, senza però spiegarne il perché. Una sorta di ostruzionismo preventivo da parte di chi intende mantenere posizioni di comodo e vuole continuare a sfruttare la nostra principale ricchezza pagando royalties irrisorie alla Regione.
Ricordo che le sorgenti del Vulture sono un immenso giacimento di risorse idriche, con un miliardo di metri cubi d’acqua pronti a sgorgare dal sottosuolo. La concentrazione maggiore ricade sicuramente nella zona del Monte Vulture dove, a esclusione della Fonte Itala che è un’azienda prettamente lucana, tutti gli altri impianti ormai sono in mano a grandi gruppi economici, a vere e proprie multinazionali che fanno moltissimi ricavi imbottigliando in Basilicata e vendendo la nostra acqua anche all’estero a prezzi esorbitanti.