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Ricette mediche, dall’1 gennaio via al cartaceo

Dal 2025 scompare la ricetta medica cartacea per le prescrizioni farmaceutiche e resta solo quella elettronica o dematerializzata così come previsto nella manovra finanziaria, pur se con qualche eccezione. La ricetta elettronica, va ricordato, è realtà dal 2011 ma nel 2020 con la fase pandemica da Covid-19 ha avuto una accelerazione ed un allargamento delle prescrizioni anche ai farmaci in distribuzione in nome e per conto. Si tratta di una tipologia di ricetta che permette all’utenza di ricevere la prescrizione direttamente al proprio indirizzo mail. Oggi l’articolo 54 della legge di bilancio prevede che tutte le ricette mediche vengano compilate in formato elettronico con l’obiettivo di “potenziare il monitoraggio della appropriatezza prescrittiva e alimentare il fascicolo sanitario elettronico”. Ciò significa che le tradizionali ricette cartacee, sia rosse che bianche, dovrebbero diventare un’eccezione e quindi utilizzate solo per alcune categorie di farmaci. A confluire nella ricetta elettronica o dematerializzata, sia i farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale che quelli a carico dell’utente, e quindi a pagamento, rientranti nella cosiddetta ‘Fascia C’.
L’iter che segue una ricetta dematerializzata consente di accumulare la prescrizione nel fascicolo sanitario elettronico personale dell’utente. Il medico prescrittore, infatti, compila la ricetta e la invia al Sistema di accoglienza che genera un codice NRE con il numero della ricetta elettronica oppure con un codice NRBE in casso di ricetta elettronica bianca per farmaco a pagamento. Vengono elaborati anche un promemoria ed un codice Pin a quattro cifre utili poi per l’approvvigionamento in farmacia grazie all’indicazione del nome del farmaco prescritto. Il paziente riceve la sua ricetta tramite mail o messaggio ma può accedere direttamente e autonomamente al promemoria anche tramite il proprio fascicolo sanitario elettronico. Per ottenere il farmaco, occorre che l’utente fornisca al farmacista i dati della ricetta insieme al proprio codice fiscale. La possibilità di ricevere digitalmente la ricetta con la prescrizione farmacologica, permette uno snellimento burocratico non di poco conto, pur se vanno valutati attentamente alcuni risvolti che potrebbero penalizzare gli utenti meno tecnologici come le persone più anziane.
Per il Presidente regionale di Federfarma Basilicata Antonio Guerricchio, “il provvedimento inserito dal Governo per il 2025 non è una vera e propria novità, essendo la ricetta elettronica ormai utilizzata da qualche anno e per il 98% delle prescrizioni dei farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La vera novità sta invece nella prescrizione dematerializzata prevista invece per i farmaci a pagamento e per la scomparsa del ‘promemoria cartaceo’ per tutte le ricette. Le perplessità riguardano dunque proprio l’impatto che questo provvedimento può avere sugli anziani e sulle persone a scarsa digitalizzazione”. Ma a tale problematica se ne aggiunge un altro che è ancora più cogente e riguarda la gestione e la tenuta dei sistemi informatici centrali (SOGEI) che già oggi ed in più occasioni sono soggetti a malfunzionamenti o blocchi totali. A ciò si aggiunge il problema della linea internet che, soprattutto nelle aree più interne della Basilicata, lascia scoperte alcune zone con pesanti malfunzionamenti anche per giorni interi. “Per il corretto funzionamento e la aderenza applicativa della norma che regola l’emissione delle ricette elettroniche, sarebbe auspicabile- aggiunge Guerricchio- che gli organismi di governo regionale facciano la loro parte assicurando un corretto funzionamento di tutta la macchina burocratica adeguandosi anche alle direttive del governo creando anche un utile tavolo di confronto tra farmacisti, medici di medicina generale e Aziende Sanitarie Locali per mettere a punto il nuovo sistema di dematerializzazione”.

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